Rinnovabili in UE: la crisi energetica e la guerra in Ucraina potrebbero rilanciare le fonti alternative

C’è chi pensa che la guerra in Ucraina sconvolgerà il mondo non solo in negativo. In Europa, per esempio, la scarsità di gas e di combustibili fossili potrebbe offrire una spinta decisiva per la conversione alle energie rinnovabili. Ma siamo sicuri che questa crisi potrebbe accelerare la transizione energetica? Ecco la situazione delle rinnovabili in UE.

Sì, l’invasione dell’Ucraina potrebbe accelerare la transizione energetica in Europa. Ma la mancanza di fonti di energia potrebbe anche spingere l’UE a tornare a combustibili inquinanti o a centrali pericolose, che sarebbe meglio abbandonare del tutto. L’UE è pronta a convertirsi alle fonti rinnovabili?

Il conflitto ha messo in luce la precarietà energetica europea. In Italia e in Germania soprattutto, dipendiamo dal gas russo. Molti analisti sono però convinti che il protrarsi del conflitto costringerà l’UE a cambiare le sue politiche energetiche. Ci orienteremo con più coraggio alle fonti rinnovabili?

Il percorso del gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhhorod (Twitter) – curiosauro.it

Guerra in Ucraina e rinnovabili in UE

Sarebbe arrivato il momento, indipendentemente dalla crisi energetica dovuta alla guerra, di spingere sulle energie rinnovabili. Ma non tutti sembrano convinti che le fonti ecologiche (fotovoltaico, eolico, idrologico) potrebbero soddisfare il fabbisogno europeo di energia. Quindi si è già tornati a parlare di riaprire le vecchie centrali a carbone o di creare nuovi impianti nucleari.

Secondo gli ultimi report, l’Europa importa circa il 40% del suo fabbisogno di gas dalla Russia. Il gas prodotto in Siberia arriva in UE attraverso il Nord Stream (il gasdotto che attraversa il Baltico) e il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhhorod (che attraversa l’Ucraina). Nel 2021 il 26% di queste forniture ha attraversato l’Ucraina. Con la guerra, quel corridoio si è di fatto interrotto. E così, siamo rimasti a secco. Tanto per fare due numeri… L’Italia sfrutta quel gas per soddisfare il 42,5% del suo fabbisogno. La Francia si ferma al 17%. La Germania al 26%. Ma sia la Francia che la Germania possono sfruttare le fonti ricavate dal nucleare, dal carbone e dai gas riciclati e biogas.

In Italia prendiamo il gas naturale anche dalla Libia. Ma anche lì il flusso è critico per motivi di instabilità politica. Fino a ieri abbiamo considerato il gas naturale come il materiale migliore per poter garantire energia in Italia ed Europa. Per quale motivo? Perché abbiamo le infrastrutture per trasportarlo. E poi perché è meno inquinante di petrolio e carbone. Ma il metano è comunque un gas serra, più pericoloso anche dell’anidride carbonica. Nelle fasi di estrazione, stoccaggio, trasporto e raffinazione del gas naturale avvengono numerose perdite dai giacimenti e dalle reti di distribuzione. E tutte queste perdite contribuiscono al disastro ambientale e al riscaldamento globale.

Fonti energetiche alternative in Europa (e in particolare in Italia)

Rinnovabili in UE: l’eolico in Italia va bene solo nel Sud (Pixabay) – curiosauro.it

Possiamo sostituire il gas con l’eolico, il fotovoltaico, il geotermico, l’idrologico e l’accumulo? In molti Paesi d’Europa, questa è l’intenzione. In tutta l’Unione europea, la quota del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili ha raggiunto il 22,1% nel 2020. E questa percentuale è in linea con il piano di transizione studiato dagli esperti. Ma in Italia no. Attualmente, secondo la politica nostrana, non potremmo mai realizzare un pareggio nelle forniture attraverso le rinnovabili. Negli ultimi anni abbiamo fatto dei passi in avanti, ma siamo ancora a livelli scarsi di produzione di energie sostenibili.

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Il fotovoltaico è più presente nel Sud del Paese, e questo anche grazie alla minore latitudine e all’insolazione maggiore. L’energia eolica, invece, viene raccolta soprattutto nelle grandi isole, Sicilia e Sardegna. In generale, funziona al Sud; al Nord ci sono pochissime centrali eoliche. Ci sono progetti per aprire una grande centrale marina in Puglia, ma tutto è fermo da anni. L’energia geotermica funziona bene in Toscana, per ragioni storiche e per caratteristiche geologiche.

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Secondo alcuni esperti, in Italia dovremmo puntare sull’energia idroelettrica, che fino a cento anni fa era la nostra fonte principale di energia. Ma oggi la rete idroelettrica è in totale disuso e non compatibile con le necessità contemporanee. Degli oltre 320 terawattora del fabbisogno energetico elettrico italiano, ogni anno, meno di un terzo arriva oggi da fonti rinnovabili. Sarebbe questo il momento di investire per arrivare almeno alla metà. Ce la possiamo fare?

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