La guerra è un’attività culturale o naturale? Per rispondere a questa domanda antropologi ed etologi studiano il comportamento degli animali, per capire se anche loro praticano la guerra come sistema di offesa organizzato. Per capirci qualcosa dobbiamo concentrarci sugli insetti, e in particolare sulle formiche bellicose.
Le formiche Megaponera analis (Matabele) attaccano sistematicamente le colonie di termiti vicine, occupano poi tutti i formicai confinanti con il loro territorio. Tuttavia, l’entomologo Abdullahi Ahmed Yusuf, dell’Università di Pretoria, in Sudafrica, ha definito questa loro attività incompatibile con il concetto di guerra. Queste formiche africane, infatti, adottano più che altro una strategia di caccia. Le formiche argentine, chiamate Linepithema humile, stanno portando avanti da quasi un secolo una sanguinosa guerra di conquista. Partite dal bacino paludoso del Paranà, queste formiche vengono considerate fra i cento animali più pericolosi per l’ecosistema, perché si stanno espandendo a velocità impressionante in tutto il mondo, aggredendo le altre formiche.
Molto più bellicose appaiono le formiche schiaviste, cioè le Polyergus lucidus, che attaccano altre specie emettendo un odore che replica quello d’allarme del nemico. Una vera e propria arma chimica. Questi loro attacchi mettono in fuga gli adulti, così gli aggressori possono appropriarsi dei piccoli per ridurli in schiavitù.
Qualche anno fa un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze studiò le tecniche belliche delle formiche dal punto di vista chimico, per svelarne i segreti. Gli scienziati hanno così scoperto i meccanismi con cui le formiche mettono in atto gli attacchi. I combattimenti tra gruppi molto ampi tendono quasi sempre a frazionarsi in una serie di scontri più piccoli. Alla brande battaglia, si preferiscono quindi azioni di guerriglia. Di solito a scontrarsi sono tanti piccoli gruppi separati o addirittura singoli individui.
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Lo studio si è concentrato sulle formiche Lasius paralienus, una specie comune in Europa, e le Lasius neglectus. Tra le due specie, le Lasius neglectus sono più aggressive. Attaccano in massa, e rivelano una migliore strategia di combattimento.
Altri esempi di animali bellicosi si trovano negli insetti. Le api e i calabroni sanno organizzarsi per muovere battaglie territoriali. Gli etologi studiano da anni con interesse il comportamento delle api giapponesi, che sembrano organizzarsi come un vero e proprio esercito.
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Poi ci sono i primati. Famosa è la guerra degli scimpanzé del Gombe, nota anche come guerra dei quattro anni del Gombe. Si tratta di un violento scontro fra due comunità di scimpanzé durato quattro anni, dal 1974 al 1978. Il conflitto si svolse nel Parco nazionale del Gombe Stream in Tanzania. Le due popolazioni coinvolte erano gli scimpanzé Kasakela e Kahama, che occupavano rispettivamente le regioni nord e sud del parco. Ci furono molti feriti e dieci morti.
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