Il tilacino o tigre della Tasmania (Thylacinus cynocephalus) era un marsupiale carnivoro vissuto in Australia, Tasmania e Nuova Guinea: un superpredatore estintosi durante la prima metà del XX secolo. Probabilmente era stato già decimato prima dell’arrivo dei coloni europei… Ma ora alcuni ricercatori vorrebbero recuperarlo, ossia riportarlo in vita dall’estinzione utilizzando il suo genoma.
Questo animale particolarissimo, simile a un cane per aspetto ma imparentato con i diavoli della Tasmania e i marsupiali, rappresentava l’ultima specie vivente della famiglia Thylacinidae. In più, il tilacino era anche il marsupiale carnivoro di maggiori dimensioni presente in Oceania. Fino all’arrivo del dingo, almeno in Australia, era anche all’apice della catena alimentare. Molti studiosi hanno negli anni studiato questa specie estinta. E ora qualcuno vorrebbe strapparla all’estinzione. Ma è davvero possibile? Possiamo recuperare il tilacino? In teoria sì, utilizzando il suo genoma.
Ma perché dovremmo riportare in vita questo predatore lungo fino a centottanta centimetri e alto mezzo metro? Perché il continente oceanico ha bisogno di un predatore autoctono, dicono gli zoologi. E perché la sua estinzione non è stata naturale, ribadiscono gli etologi. Crediamo infatti che questo marsupiale (uno dei pochi ad avere una sacca in entrambi i sessi) sia apparso sulla Terra quattro milioni di anni fa e che si sia estinto per colpa dell’uomo. Nell’Ottocento e nel primo Novecento, infatti, in Tasmania si pagavano premi in denaro a chi uccideva un tilacino. Così, l’ultimo tilacino conosciuto è spirato nel 1936, nello zoo di Beaumaris a Hobart, in Tasmania. Poi la specie fu dichiarata estinta nel 1982.
Dato che l’habitat moderno della Tasmania è rimasto relativamente invariato, i ricercatori dell’Università di Melbourne credono che possa essere ancora l’ambiente perfetto per reintrodurre la tigre della Tasmania. E ora c’è stata anche una cospicua donazione filantropico per finanziare il progetto. Un fondo (il Wilson Family Trust) ha elargito cinque milioni di dollari, grazie ai quali i ricercatori stanno organizzando un laboratorio di ricerca di livello mondiale per la scienza dell’estinzione e della conservazione dei marsupiali.
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L’obiettivo è quello del ripristino genetico integrato del tilacino. In più il team vuole specializzarsi nello sviluppo di strumenti cruciali per la conservazione delle specie minacciate. Ma come si può resuscitare un animale estinto? Il team australiano ha già steso un piano di lavoro decennale articolato in vari punti.
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Tutto parte dal genoma del tilacino, che è già stato trovato. Poi bisogna confrontare questo genoma con le sequenze di diverse specie che rappresentano i parenti più stretti del tilacino (il dunnart o topo marsupiale, per esempio). Perché? Perché le specie con il DNA più simile forniranno le cellule viventi e il genoma stampo da modificare. Con un programma di bioinformatica si lavorerà sulle cellule staminali del dunnart dalla coda grassa, la specie modello. Con varie tecnologie di riproduzione assistita verrà creato un embrione che poi sarà trasferito in una cellula ospite. Poi verrà al mondo il tilacino. Che potrà essere clonato.
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