A che punto siamo con gli aerei a CO2? Negli anni scorsi si parlava molto di nuovi prototipi di aerei capaci di trasformare la CO2 presente nell’atmosfera in carburante. Ci sono novità nel settore del CCS (Carbon Capture and Storage)? E quale tecnologia riuscirà a imporsi come alternativa ai carburanti inquinanti?
Partiamo da un dato ufficiale: il traffico aereo è responsabile di circa il 2,4% delle emissioni globali di CO2 da combustibili fossili. Questa percentuale è raddoppiata negli ultimi vent’anni. E si prevede che nel 2050 gli aerei produrranno emissioni fino a cinque volte in più rispetto a oggi. Per superare questa crisi, dobbiamo trovare alimentazioni alternative per i motori aerei. Un paio di anni fa si parlava spesso di poter trasformare la CO2 dell’atmosfera in carburante per aerei. I progetti in ballo erano molteplici…
Esiste un vero e proprio settore di sviluppo chiamato Carbon Capture and Storage. Uno studio compiuto da ricercatori di Oxford aveva prodotto il prototipo di un catalizzatore capace di catturare l’anidride carbonica per convertirla in jet fuel. Altre ricerche, portate avanti da privati o da università, puntavano a risultati simili attraverso approcci differenti. Ma a che punto siamo arrivati? Questa tecnologia è pronta?
Dato che il trasporto aereo è tra i maggiori responsabili delle emissioni di CO2, gli scienziati di tutto il mondo stanno studiando nuovi metodi per smettere di produrre anidride carbonica. Ancora meglio sarebbe poter catturare l’anidride carbonica e trasformarla in carburante. I ricercatori di Università di Oxford avevano appunto sfruttato catalizzatori a base di ferro per catturare la CO2 dall’atmosfera e convertirla in carburante per aeroplani. E pare che la cosa funzionasse.
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Di base un motore jet funziona grazie al consumo dei combustibili: il carbonio e l’idrogeno reagiscono con l’ossigeno atmosferico per formare anidride carbonica e acqua, e durante la combustione viene rilasciata energia. L’idrogenazione della CO2 potrebbe però invertire questo processo naturale. Vi sono quindi diversi metodi per ottenere quest’idrogenazione. Uno è quello messo a punto a Oxford, ossia usando catalizzatori a base ferrosa. Un altro è sfruttare catalizzatori Potassio-Ferro-Manganese usando un metodo chiamato Organic-Combustion Method (OCM).
Un altro progetto punta alla possibilità di usare carburanti sintetici, realizzati a partire dalla CO2 sottratta all’atmosfera. A inventare questo metodo è stata la canadese Carbon Engineering, una società gestita dall’esperto di clima di Harvard David Keith.
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La Carbon Engineering ha stretto un accordo con la Aerion, una startup di Reno, in Nevada. Si sta quindi lavorando allo sviluppo concreto di un jet supersonico business battezzato AS2. L’aereo potrebbe volare alimentato da carburante sintetico derivato dalla CO2. Per funzionare, il velivolo è equipaggiato con macchine “succhia-anidride carbonica”. Nel futuro potremmo davvero viaggiare su aerei alimentati a CO2? Non è impossibile…
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