La stima è di 420 milioni di persone che soffriranno la fame entro il 2050: una cifra spaventosa presentata da uno studio pubblicato su Nature Food. Qui si mettono in evidenza, nero su bianco, delle verità scomode con cui dovremmo fare i conti molto presto. Riusciremo a cambiare questa nefasta tendenza entro i prossimi 30 anni?
I fattori che causano la fame
Il rischio per fame è destinato ad aumentare di circa il 50%, e lo dimostra uno studio fatto da un team internazionale di ricercatori dell’IIASA, del Giappone, e degli Stati Uniti. I fattori a causare questo aumento sarebbero:
- L’imboschimento su larga scala.
- La crescita dei costi di abbattimento del metano e del protossido di azoto.
- L’espansione delle colture bioenergetiche.
Gli obiettivi dei governi consistono nel trovare a breve delle soluzioni che possano, in particolar modo, creare una neutralità carbonica: cioè un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio. Una delle strategie su cui si basano gli studi riguarda la decarbonizzazione. Shinichiro Fujimori, ricercatore ospite del programma IIASA per l’energia, il clima e l’ambiente e autore principale dello studio, spiega che:
“ Le strategie di decarbonizzazione nei settori dell’agricoltura e dell’uso del suolo potrebbero portare a prezzi alimentari più elevati e a potenziali impatti negativi sulla sicurezza alimentare. In questo studio, abbiamo utilizzato sei modelli economici agricoli globali per mostrare in che misura questi tre fattori cambierebbero il mercato agricolo e la situazione della sicurezza alimentare in uno scenario di decarbonizzazione“.
Perché si muore ancora di fame nel mondo?
La cosa più fastidiosa, frustrante e sbalorditiva del problema della fame nel mondo non è la mancanza di cibo, perché in realtà di cibo coltivato ce ne sarebbe tanto e potrebbe nutrire tutti. I problemi legati alla questione della fame sono altri, e tra i principali troviamo:
- La povertà come mancanza di risorse. Per esempio, non avere i mezzi per raccogliere, immagazzinare e conservare il cibo o i terreni agricoli necessari per coltivare.
- I rifiuti. L’organizzazione delle Nazioni Unite stima che circa un terzo dell’intero cibo prodotto nel mondo viene sprecato ogni anno. Questa quantità di alimenti sarebbe più che sufficiente per nutrire gli individui malnutriti.
- Cambiamento climatico, perché non è facile coltivare in aree in cui le condizioni meteorologiche non sono prevedibili. Molti agricoltori nei paesi in via di sviluppo, per esempio, perdono i loro raccolti perché coltivano troppo presto o troppo tardi, o a causa di condizioni meteorologiche impreviste, come siccità e tempeste.
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Cosa si sta facendo per risolvere il problema?
La soluzione a una fame nel mondo come questa è un pianeta in cui ogni persona possa disporre delle risorse e delle attrezzature per produrre il proprio cibo. Molte organizzazioni stanno lavorando per risolvere questo problema, e le loro principali aree di interesse sono:
- Agricoltura: Varie organizzazioni stanno cercando di aiutare gli agricoltori collegandoli a persone e risorse che possono aiutarli ulteriormente a iniziare o aumentare la loro resa. Oltre a questo, li mettono in condizione di salvaguardare le colture da erbe infestanti e parassiti senza l’uso di sostanze chimiche nocive.
- Sostenibilità: Questa soluzione di sostenibilità è limitata alle pratiche agricole, e aiuta le diverse comunità a sviluppare le competenze e le strategie essenziali per gestire le loro risorse finanziarie.
- Governo e infrastrutture: Molte organizzazioni lavorano con i governi delle regioni e delle comunità per, ove necessario, aiutare ad andare avanti in tempi di fame cruciale. Aiutano anche i poveri ad accedere all’acqua pulita e all’istruzione. Aiutano a fornire informazioni su come gli agricoltori dovrebbero produrre, preparare, e conservare il loro cibo per avere una fonte sostenuta di dieta nutriente.
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I governi sono chiamati a intensificare i loro sforzi per cercare di risolvere questa situazione, soprattutto attraverso una buona politica che promulghi leggi di aiuto alle popolazioni più svantaggiate. La consapevolezza che questo si debba fare, tuttavia, non è un compito di un giorno, e ci vorrà ancora del tempo e molti sforzi per ridurre il divario tra i paesi ricchi e quelli poveri. Importante sarà anche informare le persone sui problemi per ridurre i loro sprechi alimentari e aiutarle a seguire pratiche sostenibili.