Ci sono voluti più di cento anni ma finalmente i ricercatori sono riusciti in un’impresa che sembrava impossibile: ritrovare il relitto dell’Endurance. Affondò nel 1915, stritolata tra i ghiacci dell’Antartide, e da allora nessuno seppe più nulla di dove fosse finita questa nave… almeno fino ai giorni nostri!
L’Endurance scomparso
È stato ritrovato a 3.000 metri di profondità il relitto della Endurance, la nave che nel 1915, sotto la guida di Ernest Shackleton, puntava alla traversata dell’Antartide. Il relitto, perfettamente conservato, è stato filmato dai rover sottomarini al largo del mare di Weddell dalla spedizione Endurance 22. L’Endurance, una nave di legno lunga circa 44 metri a tre alberi, fu teatro di una famosissima avventura di sopravvivenza.
Per mesi la nave rimase in balia dei ghiacci fino a che dovette essere abbandonata. Dopo mesi di enormi difficoltà, imprevisti, e scarse provviste tutti e 28 gli uomini dell’equipaggio riuscirono incredibilmente a mettersi in salvo. La loro successiva lotta per tornare a casa e sopravvivere all‘ambiente brutale dell’Antartide divenne nota come una delle più grandi imprese di tenacia e avventura della storia moderna.
La missione dell’Endurance
Realizzata in cantieri norvegesi appositamente per missioni polari estreme, la Endurance era considerata tra le navi più resistenti e avanzate del suo genere. Per questo venne scelta dal celebre esploratore britannico Shackleton per compiere una delle missioni più ambiziose dell’epoca: l’attraversamento a piedi e in slitta del continente antartico.
Il loro viaggio è stato una sorta di leggenda, a causa della miracolosa fuga che Ernest Shackleton e il suo equipaggio fecero a piedi e in barca. L’equipaggio riuscì a fuggire accampandosi sul ghiaccio marino fino a quando non si ruppe. Per scampare alla morte, lanciarono scialuppe di salvataggio verso Elephant Island e poi verso South Georgia Island, un territorio britannico d’oltremare a circa 1.400 km a est delle Isole Falkland.
A distanza di 107 anni la spedizione Endurance 22, organizzata dal Falklands Maritime Heritage Trust, è riuscita a identificare e filmare i resti, incredibilmente intatti, della nave che ha ispirato i sogni di moltissimi successivi avventurieri. Gran parte della tre alberi, rinvenuta a 3.008 metri di profondità, è rimasta perfettamente conservata nelle fredde acque antartiche. A poppa è possibile ancora leggerne il nome inciso in lettere dorate.
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L’entusiasmo dei ricercatori
Il direttore dell’esplorazione della spedizione Endurance 22, Mensun Bound, ha dichiarato:
“Siamo sopraffatti dalla nostra fortuna nell’aver localizzato e catturato immagini di Endurance. Questo è di gran lunga il più bel naufragio in legno che abbia mai visto, una pietra miliare nella storia polare“.
Il dottor John Shears, capo della spedizione, ha descritto il momento in cui le telecamere sono atterrate sul nome della nave come sbalorditivo.
“Abbiamo completato con successo la ricerca di relitti più difficile del mondo, combattendo il costante spostamento del ghiaccio marino, le bufere di neve e le temperature che scendono a -18 ° C. Abbiamo raggiunto ciò che molte persone ritenevano impossibile“.
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In un tweet è stato confermato che il relitto si trova in un ottimo stato di conservazione. Il fondale marino antartico non ha microrganismi mangiatori di legno, e l’acqua ha la chiarezza pari a quella distillata. I ricercatori sono stati in grado di filmare i resti utilizzando un’altissima definizione e producendo dei risultati a dir poco… magici.