Quasi cento anni fa, cioè il 4 novembre 1922, l’archeologo Howard Carter scoprì la tomba quasi inviolata di Tutankhamon. Gli studiosi non hanno mai considerato questo giovane faraone come un personaggio storico rilevante. Dunque, l’importanza di Tutankhamon deriva quasi del tutto dal tesoro trovato all’interno della sua tomba, e dai numerosi misteri che caratterizzano alcuni degli oggetti scoperti nel corredo funebre. Si parla molto, per esempio, di un pugnale e di un pettorale, che potrebbero avere un’origine extraterrestre, vale a dire meteoritica.
Al nome di Tutankhamon attribuiamo scarsa importanza storica. Durante il suo regno, l’avvenimento più critico fu il bando dell’eresia amarniana, imposta dal padre Akhenaton. A parte questo, il giovane faraone si distinse per poco altro… Ad attrarci è la sua ricchissima tomba, forse approntata in fretta e furia, data la sua morte tragica e improvvisa.
I pezzi più famosi del tesoro sono il sarcofago d’oro, la maschera funeraria e poi i tanti gioielli. Carter fu incuriosito, su tutto, dagli scrigni preziosi e dai vasi d’alabastro. Non degnò di troppa attenzione un pugnale e un pettorale, che oggi, invece, sono due dei reperti più studiati della collezione. Entrambi rivelano un’origine celeste: sono fatti con materiali meteoritici.
Per Carter, il pugnale era un’arma in oro povero, dalla forma banale e forgiato con un ferro poco fine. Anche il pettorale pareva fatto con un oro di qualità modesta, e poi era decorato con elementi noti: uno scarabeo alato che sorregge una barca con l’occhio di Horus, e i simboli del sole e della luna. Nulla di speciale, all’apparenza.
Archeologi, storici e scienziati sono oggi impegnati in una ricerca comparata volta a capire qualcosa in più sui meteoriti con cui furono realizzati questi oggetti. L’origine del minerale usato per forgiare il pugnale trovato infilato tra le bende di Tutankhamon è al 99% extraterrestre. Lo dice l’analisi chimica. Su questo, dunque, ci sono pochissimi dubbi. E nei giorni scorsi un gruppo di ricercatori ha dimostrato che quell’arma non proveniva dall’Egitto. Sarebbero state infatti trovate conferme circa la sua provenienza su una corrispondenza diplomatica di tremilaquattrocento anni fa. Così oggi sappiamo che quel ferro veniva da un meteorite caduto probabilmente nell’attuale Siria.
Il pettorale è un pezzo ancora più misterioso. Soprattutto il materiale con il quale è modellato il corpo dello scarabeo. Carter era convinto che lo scarabeo fosse fatto di calcedonio, cioè con un quarzo minerale, ma altri studiosi trovarono nelle sabbie del deserto, al confine tra Egitto e Libia, dei piccoli ciottoli di vetro di colore giallo chiaro, che erano troppo simili alla pietra dello scarabeo. Solo nel 1998, il geologo italiano Vincenzo De Michele capì che quel materiale era vetro di silice del deserto libico: un minerale rarissimo, che si trova solamente nel deserto libico, in un’area chiamata Grande Mare di Sabbia.
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Ma come si è formato questo vetro in pieno deserto? Tutt’intorno non ci sono vulcani, e non si riscontra nemmeno alcun segno di impatto di un meteorite. Ecco perché gli studiosi avevano immaginato che quel vetro potesse venire da una cometa. Una grande cometa, entrata in collisione con l’atmosfera terrestre, e poi esplosa in aria sopra il deserto, portando la temperatura intorno ai duemila gradi. Un calore sufficiente a far fondere la sabbia in superficie. Ecco come si sarebbe formato il vetro del deserto.
Eppure nel vetro del deserto ci sono dei minuscoli granuli di zircone originati da un minerale estremamente raro, la reidite, che si crea solo a seguito di una pressione fortissima. Una pressione siffatta è però incompatibile con un’esplosione in aria. Dunque non possiamo parlare di una cometa. Solo l’impatto di un meteorite, o del nucleo di una cometa, potrebbe aver provocato un’onda d’urto sufficiente a formare la reidite.
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Ancora oggi i geologi cercano il punto dove quel meteorite possa essersi schiantato all’incirca ventotto milioni di anni fa. E poi rimane il mistero di come il vetro del deserto sia finito nelle mani dell’artigiano egizio che produsse il pettorale di Tutankhamon. Per il pugnale, oggi, abbiamo molte prove che ci indicano una provenienza siriana. Per il pettorale siamo ancora nel mistero.
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