L’orbiter marziano di ExoMars ha catturato delle immagini spettacolari e surreali, immagini dei dust devils (diavoli di polvere) che ricoprono la superficie del pianeta rosso. Che il diavolo sia arrivato su Marte prima di noi?
Trace Gas Orbiter (TGO) ci ha portato le prove: il diavolo è stato su Marte! Gibolli, bernoccoli e unghiate sono stati fotografati dalla missione europea ExoMars nell’Argyre Planitia, una pianura situata nell’emisfero meridionale di Marte. Si tratta di un’area che presenta un terreno cosiddetto caotico: vale a dire, un terreno accidentato e sconnesso in cui si rilevano cumuli di rocce di varie forme e costituzione, nonché protuberanze irregolari, creste e colline caratterizzate da cime piatte e pareti molto ripide. Non si tratta dell’unica area marziana ad avere le suddette caratteristiche, perché sono state individuate altre 30 regioni molto simili.
La telecamera CASSIS a bordo della sonda ha ripreso l’area vicina al cratere Hooke. Peculiarità delle foto sono, senza dubbio, le tracce dei dust devils (ossia, i diavoli di polvere), che in foto appaiono come sottili fili serpeggianti di colore blu. Questa tonalità è ottenuta dalla combinazione dei tre filtri di CASSIS, ma se vista ad occhio nudo avrebbe un colore completamente diverso.
I graffi sono quell’affascinante guazzabuglio tentacolare che attraversa l’intero paesaggio: rappresenterebbero proprio i diavoli di sabbia delle foto scattate da CASSIS. Queste cicatrici blu si verificano su Marte e sulla Terra in aree molto aride e sono determinati fenomeni atmosferici a crearle. Si formano quando l’aria molto calda del suolo comincia a spostarsi verso l’alto in correnti ascensionali che trascinano con sé sabbia e detriti.
Sul Pianeta Rosso la loro comparsa è molto più evidente rispetto alla Terra, per via della atmosfera rarefatta e delle polveri abbondanti. Qui i dust devils sono 10 volte più alti e 50 volte più ampi di quelli terrestri, e solitamente sono orientati verso nord-sud suggerendo quindi una possibile direzione dei venti locali. Come già detto in precedenza, il colore blu delle foto non è reale ma dipende dai raggi infrarossi e dai filtri usati, sensibili alle variazioni della composizione dei minerali della superficie.
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TGO è arrivato su Marte nel 2016 e ha iniziato la sua missione scientifica completa nel 2018. La navicella spaziale sta restituendo immagini spettacolari e fornisce anche il miglior inventario dei gas atmosferici del pianeta. Oltre a questo, mostra anche una mappa della superficie marziana dei luoghi più ricchi di acqua.
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Questi dati serviranno a spianare la strada all’arrivo su Marte del rover Rosalind Franklin per la seconda parte della missione ExoMars. L’arrivo è previsto nel mese di giugno 2023, quando inizieranno le manovre per far scendere rover e piattaforma sulla superficie del pianeta rosso. Il carico è composto da un trapano, nato in Italia grazie a Leonardo, che perforerà il suolo marziano per poi studiare in situ il materiale estratto con gli strumenti per fare ricerca di esobiologia e geochimica.
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