STELLA VAMPIRO | Novità sul buco nero stellare più vicino alla Terra

Nel 2020 uno studio annunciò la scoperta del buco nero stellare più vicino alla Terra (nel sistema HR 6819). Ora però quella ricerca è stata confutata. Il buco nero non è un buco nero… E allora di cosa si tratta? Secondo un nuovo studio si tratterebbe di un sistema stellare binario caratterizzato da una stella vampiro!

Un buco nero o un sistema binario? Ecco una concezione artistica di due nane brune in un’orbita stretta (captured) – curiosauro.it

HR 6819 non è un buco nero: si tratta di un sistema binario

A maggio 2020 un gruppo di ricercatori annunciò la scoperta del buco nero stellare più vicino alla Terra mai rilevato. Il corpo si trovava nel sistema HR 6819… La stampa ne parlò diffusamente, dato che si trattava di una scoperta davvero importante. Ma dopo nemmeno due anni, qualcuno si è accorto che quello studio giungeva a conclusioni errate.

I nuovi dati raccolti hanno insomma smentito che nel sistema HR 6819 ci sia un buco nero. L’illusione è stata creata dalla presenza di un sistema binario osservato in un momento particolare. In scienza funziona così: le scoperte devono essere falsificate. Ogni passo in avanti nasce da confutazioni, errori e rimaneggiamenti. I nuovi dati si basano infatti su osservazioni più aggiornate e analisi più precise che non sarebbero state possibili senza la scoperta iniziale. Ciò che c’interessa è che non c’è alcun buco nero all’interno del sistema HR 6819. Secondo il nuovo studio, siamo di fronte a un sistema binario dotato di una “stella vampiro“.

La stella vampiro

Come dovrebbe apparire il sistema HR 6819 (VLTI) – curiosauro.it

Lo studio, promosso da un gruppo congiunto della KU Leuven e dell’ESO, che ha messo in evidenza l’errore della scoperta del 2020 è intitolato HR 6819 is a binary system with no black hole. La rettifica arriva grazie all’uso del VLT e del VLTI e a tecniche di interferometria infrarossa e spettroscopia ottica di campo integrale. Dunque, HR 6819 sarebbe invece composto da due stelle con un’orbita di quaranta giorni. Che è poi è lo stesso periodo orbitale calcolato in passato. Secondo le nuove osservazioni, però, una delle due stelle avrebbe perso gran parte della sua massa a causa dell’azione della compagna, ossia della stella vampiro.

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L’errore del 2020 è nato dal fatto che le immagini sono state catturate poco dopo che una delle due stelle aveva sottratto l’atmosfera della compagna. Ciò ha portato la ricevente a ruotare più rapidamente e ad alterare i dati di osservazione. Così, quando nel maggio 2020 fu annunciata la scoperta di un buco nero di almeno quattro masse solari, gli astronomi considerarono plausibile che il sistema ruotasse attorno a un oggetto indefinito. Il fatto poi che questo buco nero fosse situato a meno di un migliaio di anni luce di distanza, in un sistema stellare visibile anche a occhio nudo, ha reso quella scoperta molto discussa e famosa.

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Notando lo strano comportamento della stella prima, gli autori dello studio del 2020 avevano pensato alla presenza di un buco nero. Nei prossimi mesi il sistema HR 6819 sarà monitorato attraverso GRAVITY per capire come l’interazione tra le due stelle modifichi gli equilibri del sistema binario.

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