La Russia blocca l’esportazione dei motori dei razzi

In seguito a un ultimatum partito da Mosca, la società anglo-indiana OneWeb ha cancellato i lanci da Bajkonur, lo spazioporto (o, per meglio dire, il cosmodromo) gestito dai russi. Allo stesso tempo, il primo marzo 2022, la Russia ha annunciato il blocco dell’esportazione dei motori dei razzi. Cosa sta succedendo?

Il vettore Soyuz (Roscosmos) – curiosauro.it

Guerra in Ucraina: la Russia blocca l’esportazione dei motori dei razzi spaziali

La OneWeb è una società anglo-indiana, con sede negli USA, che gestisce una costellazione di satelliti che circolano su un’orbita bassa per fornire accesso a internet. Finora questa società ha effettuato quasi tutti i suoi lanci da Bajkonur, lo spazioporto kazako sotto controllo russo. Ma ora, a causa della guerra in Ucraina, la OneWeb ha cancellato i lanci già programmati. In contemporanea, la Russia ha proclamato il blocco delle esportazioni dei motori dei razzi spaziali RD-180 e RD-181 verso le società statunitensi.

Ipotizzavamo che la guerra in Ucraina avrebbe avuto contraccolpi anche sui lanci spaziali e sui rapporti fra le varie agenzie, ma nessuno si aspettava una crisi così veloce e decisa. La Roscosmos ha già risposto con severità alle sanzioni imposte a livello globale alla Russia e ha cominciato a ritirare i suoi tecnici dallo spazioporto della Guyana francese.

Roscosmos contro tutti

Blocco lanci in Kazakistan (Roscosmos) – curiosauro.it

Sembra che saranno bloccati tutti i prossimi lanci dal cosmodromo di Bajkonur, che si trova in Kazakistan ma che, di fatto, è sotto controllo russo. Anche l’importantissima missione ExoMars 2022, condivisa tra ESA e Roscosmos e prevista per settembre, potrebbe essere a rischio di rinvio. In più sono stati annullati i lanci dei satelliti per la connettività internet di OneWeb.

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Tutto ciò dipende dalle sanzioni dettate contro la Russia da Unione Europea, Stati Uniti e Regno Unito. Così, mentre il razzo Soyuz 2.1b era già pronto per il lancio, Dmitry Rogozin, il direttore generale della Roscosmos, ha imposto un aut aut a OneWeb. La richiesta russa era che i satelliti per le comunicazioni non dovessero essere impiegati per operazioni militari. In più, Mosca ha chiesto il ritiro del Governo britannico dal progetto. Le garanzie sull’utilizzo dei satelliti a scopi non militari sono sembrate inaccettabili all’operatore.

Ultimatum

La Russia pretendeva una risposta da OneWeb in pochi giorni. Il tempo è scaduto il quattro marzo. Ma questo ultimatum ha ottenuto come reazione l’annullamento del lancio da parte della società privata (ma con compartecipazione del Governo britannico).

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Sappiamo che il consiglio di amministrazione di OneWeb ha votato per sospendere tutti i lanci da Bajkonur. E ora, senza il supporto di Soyuz, la OneWeb potrebbe ripiegare sui razzi di ULA, dell’ArianeSpace o della CNSA. Difficile pensare che la società possa rivolgersi ai concorrenti di SpaceX

L’annuncio più preoccupante è però un altro. La Russia ha annunciato il blocco dell’esportazione dei motori dei razzi. E moltissime società, sia nazionali che private, usano quei motori…

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