Placebo e nocebo. Questi due effetti psicofisiologici possono essere usati nel trattamento del dolore cronico e acuto. Come?
L’effetto placebo riguarda le capacità curative e lenitive di una sostanza che non contiene principi attivi. È il condizionamento mentale o verbale a far funzionare la sostanza… Funziona così: il corpo si convince di star assumendo un medicinale e per questo si cura da solo. Il placebo, in pratica, è l’effetto psicologico e psicofisiologico prodotto da una sostanza neutra o inerte. E la letteratura medica ha ampiamente dimostrato la potenza di questo agente terapeutico. L’effetto nocebo agisce invece in modo contrario. È l’effetto capace di produrre una malattia iatrogena. Il corpo, convinto di subire reazioni negative da un farmaco, sperimenta disagio e dolore anche se assume un farmaco inerte, cioè senza alcuna reazione generata chimicamente.
Entrambe queste reazioni nascono da processi biochimici e mentali promossi dalla suggestione. E sembrano comportare risultati molto interessanti per quanto riguarda il trattamento di alcune patologie caratterizzate da dolore cronico.
Molti studi dimostrano che le suggestioni verbali, il condizionamento classico e l’apprendimento possono portare a ipoalgesia, come effetto placebo, o a iperalgesia, come nocebo.
L’ipoalgesia è la diminuzione della sensibilità al dolore, dovuta a una causa patologica. L’iperalgesia è l’aumento della sensibilità nei confronti del dolore causata da alterazioni periferiche e centrali. In uno studio del 2018, il professor Brascher ha analizzato il contributo del condizionamento nell’induzione di un effetto fisico placebo, come l’ipoalgesia, e nocebo per l’iperalgesia. Con la sua ricerca ha provato che il condizionamento può essere influenzato da un’aspettativa nata o indotta da uno stimolo subliminale.
Ci sono anche studi che non usano il condizionamento verbale (per esempio, le parole del dottore) ma si basano solo su stimoli condizionanti, come luci rosse e verdi. E danno risultati simili.
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In generale, i suggerimenti verbali sembrano essere molto efficaci per il dolore, sia acuto che cronico. Un esperimento condotto su pazienti con la sindrome dell’intestino irritabile ha dimostrato che il placebo contribuiva in più del 60% dei casi all’abbassamento della percezione del dolore, e che il nocebo lo aumentava del 45%.
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Gli studi che combinano la suggestione verbale e il condizionamento fisico (per esempio, somministrazione di creme) hanno dimostrato grande efficacia su pazienti con artrosi del ginocchio, dolore muscolo-scheletrico o lombalgia cronica. Ciò significa che il condizionamento costituisce un aspetto importante nel dolore cronico. Ci autoconvinciamo di star male e questo ci fa sentire dolore…
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