Perché abbiamo gli incubi? La scienza ha provato a dare delle spiegazioni logiche, affermando che non sono avvenimenti casuali ma sono correlati a eventi specifici. L’incubo è qualcosa di imprevisto legato all’attività onirica e al mondo delle emozioni. Ma sarà davvero così? Proviamo ad andare nel dettaglio.
Gli incubi tra sonno e memoria
Gli incubi altro non sono che sogni particolarmente intensi dal punto di vista della carica emozionale negativa. Ma non bisogna solo considerare l’attività onirica a cui si collegano, perché gli incubi hanno a che fare anche con la memoria. Innanzitutto è bene fare una suddivisione tra stadio NREM del sonno (Non-Rapid Eye Movement) e stadio REM (Rapid Eye Movement): queste due fasi si alternano tra loro e, avendo ciascuna delle peculiarità specifiche, contribuiscono insieme a rendere il sonno ottimale, riposante e funzionale.
Lo stadio NREM avrebbe un ruolo fondamentale nel consolidamento dei ricordi nella memoria, e questo avverrebbe tramite l’interazione tra diverse aree cerebrali e corticali. La fase di sonno in questione sembrerebbe avere un ruolo chiave in questo meccanismo. Contribuirebbe, infatti, a riorganizzare le connessioni fra network neuronali e faciliterebbe il flusso di informazioni dall’ippocampo alla corteccia (che oltre agli innumerevoli compiti, svolge anche quello di immagazzinamento temporaneo delle memorie).
Le memorie immagazzinate durante il giorno vengono poi trasferite e codificate nella corteccia durante la notte, stabilizzandosi ed entrando a far parte dei nostri ricordi e della nostra vita. Questa codifica avviene durante lo stadio NREM, dove si verifica una connessione tra ippocampo e neo-corteccia. Con il riposo si lascia la possibilità all’ippocampo di svuotarsi e si consente alle informazioni apprese di essere ben consolidate nel network corticale (per questo a chi studia è consigliato dormire, perché un quantitativo di informazioni senza sosta rischia di sovraccaricare l’ippocampo).
Gli incubi e la loro intensità emotiva
Gli incubi di solito hanno una carica negativa emotiva molto alta e, se hanno costellato la nostra nottata, la mattina ci sveglieremo con delle forti sensazioni addosso, sensazioni che spesso ci accompagneranno per l’intera giornata. Nella schizofrenia e nei deliri le allucinazioni possono essere viste come incubi a occhi aperti, mentre i sogni in generale vengono definiti come allucinazioni fisiologiche a occhi chiusi. In questo caso è il sonno nella fase REM che svolge una particolare importanza nella corretta integrazione dei ricordi emotivi.
Si è visto, infatti, che ci sono stati degli aumenti della densità del sonno REM nei pazienti affetti da Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD), una condizione clinica in cui il soggetto, dopo aver vissuto un’esperienza traumatica, tende a riviverla in modo involontario sotto forma di flashback o di incubi notturni. L’aumento della densità potrebbe coincidere con un più intenso tentativo di elaborare i ricordi emotivi disturbanti. Vi è inoltre evidenza di una maggiore frammentazione del sonno REM negli stessi pazienti, rappresentativa di un ripetuto fallimento nella rielaborazione.
Il sonno REM sembra avere una funzione attenuante e facilitante nei confronti dei processi emozionali. I cambiamenti neurali che avvengono durante il sonno riflettono un processo omeostatico, il quale definisce la capacità di autoregolazione degli esseri viventi, importantissima per mantenere costante l’ambiente interno nonostante le variazioni dell’ambiente esterno. Nel sonno REM i sogni sono allucinatori, emotivi e narrativi, con frequenti scene fittizie: per questo si pensa che la fase REM faciliti il consolidamento delle memorie visive e percettive e la rielaborazione di quelle emotive.
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Il funzionamento onirico
Ci sono diverse teorie che spiegano il funzionamento onirico. Tra le più accreditate ricordiamo:
Emotion-defense regulation
Questa teoria afferma che i risvegli da incubo sono collegati ai meccanismi difensivi responsabili del contenimento delle emozioni. Quando questi non riescono ad arginarle, esse deflagrano, facendo sussultare il soggetto, che spesso si sveglia.
Adaptation to stress
Come si può intuire dal nome, secondo questa teoria il sogno facilita l’adattamento allo stress. I sogni che riguardano gli eventi disturbanti irrisolti sono considerati mastery dreams e hanno il potenziale di curare il soggetto (consentendogli di rivivere e di rielaborare l’accaduto), ma anche di interrompere il sogno se l’emozione prevale sulla rielaborazione. Si parla anche di avoidance dreams, che hanno il compito di presentare sogni senza apparente relazione con l’evento traumatico al fine di non destare il soggetto per la troppa intensità emotiva. L’oscillazione tra mastery dreams ed avoidance dreams continua per tutta la notte finché non viene raggiunto il tanto ricercato stato di adattamento. Gli incubi, siccome interrompono il sonno, non sono altro che un fallimento delle funzioni di mastering e avoidance.
Sleep to forget and sleep to remember
Secondo questa terza teoria, il sonno REM serve sia a consolidare i ricordi emotivi, sia a ridurne l’intensità affettiva. La riduzione dell’emotività limita lo sgradito aumento di ansia associato ai ricordi emotivi, prevenendo di conseguenza lo sviluppo di disturbi affettivi. Il sonno REM ridurrebbe la reattività dell’amigdala alle memorie, pur conservando i ricordi trattenuti dall’ippocampo.
Image contextualization
Un’immagine contestualizzata (CI) è una potente immagine centrale di un sogno che sembra fornire un contesto per l’emozione del sognatore. Per esempio, i sognatori che hanno vissuto qualche evento traumatico a volte sognano di essere travolti da un maremoto. La teoria della contestualizzazione dell’immagine sottolinea il ruolo delle emozioni nella formazione del sogno (o incubo): maggiore è l’emotività, più saliente e potente è l’immagine centrale del sogno.
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Information-processing theory
Si basa sulla nozione secondo la quale le funzioni dei sogni sono quelle di incorporare le nuove esperienze nella memoria a lungo termine, ed integrare le emozioni dei vecchi ricordi con quelle dei nuovi. Associando un sogno ansioso con altri pensieri, sentimenti e ricordi, ne viene corretta in modo adattivo l’intensità.