Ormai siamo esperti di vaccini. E sappiamo che, di norma, vengono somministrati utilizzando aghi e siringhe. Una rivoluzione tecnologica potrebbe però essere alle porte, da quando nel 2019 alcuni ricercatori hanno sviluppato delle pillole a forma di tartarughe con cui somministrare i sieri vaccinali.
Vaccini in pillole dalla forma di tartarughe!
Questi nuovi dispositivi arrivano dai laboratori del MIT. L’idea era quella di poter svincolare i vaccini di prossima generazione dall’uso della siringa. Come? Tramite una pillola. Lo studio è stato coordinato dal ricercatore Giovanni Traverso ed è stato pubblicato sulla rivista Matter.
La soluzione può semplificare molto il problema dell’organizzazione vaccinale, liberandoci dalla schiavitù delle siringhe. In più, sappiamo che nel mondo moltissime persone soffrono di belonefobia, cioè di paura degli aghi. Ma non è tutto: secondo gli scienziati del MIT, le pillole a forma di tartaruga potrebbero essere utilizzate in generale per fornire altri tipi di RNA o DNA terapeutico direttamente nel tratto digestivo, semplificando il trattamento di disturbi gastrointestinali come le ulcere.
Dall’insulina all’RNA messaggero
Non si tratta di un’invenzione nuovissima. Il prestigioso istituto di tecnologia americano ha messo a punto questa nuova pillola a forma di tartaruga già qualche anno fa, pensandola come forma di somministrazione dell’insulina. Ma adesso, si pensa più in grande. E l’obiettivo è quello di poter veicolare qualunque tipo di vaccino per via orale. Niente più iniezioni. Per assumere il siero basterà ingoiare una piccola pillola.
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Questa sperimentazione, come dicevamo, è partita nel 2019 per somministrare l’insulina e far arrivare la sostanza direttamente nello stomaco (dove può essere assorbita dalle pareti, senza dolore). Ora, invece, la pillola è stata modificata per veicolare il vaccino nel corpo umano. In pratica, la compressa si è convertita alla tecnologia dell’mRNA.
Sappiamo che gli acidi nucleici come l’RNA possono essere estremamente sensibili alla degradazione, in particolare nel tratto digestivo. Superare questo ostacolo permette di sviluppare nuovi approcci terapeutici, e fra questi anche la vaccinazione per via orale. Perché parliamo di forma di tartaruga? Perché la pillola è composta da una cupola simile al guscio di una testuggine, ed è in grado di orientarsi in modo che il suo contenuto possa essere iniettato nel rivestimento dello stomaco.
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Ciascuna pillola dovrebbe contenere cinquanta microgrammi di mRNA. Finora i test hanno dimostrato che la capsula può veicolare qualsiasi tipo di materiale proteico, come gli immunosoppressori usati per trattare l’artrite reumatoide o le malattie infiammatorie intestinali.