Per cercare gli extraterrestri, gli astronomi e gli appassionati di alieni si basano principalmente sull’osservazione del cielo e sulla codifica di onde ad alta o bassa frequenza captate da antenne e radiotelescopi. Finora non è mai stato trovato nulla. Ma magari abbiamo solo sbagliato approccio! Il telescopio James Webb, in questo senso, potrebbe anche fornirci nuovi interessanti strumenti di studio per ricercare segni di civiltà extraterrestri. Come? Ricercando tracce di inquinamento atmosferico nel cosmo. L’inquinamento provocato dagli alieni!
Mettiamo che il James Webb rintracci in qualche angolo della galassia una prova tangibile di inquinamento atmosferico. Ciò potrebbe dipendere da cause naturali (come è successo a Venere) o artificiali. Per artificiali intendiamo interventi provocati da agenti non intrinseci al sistema, ovvero danni creati da qualche forma di vita, proprio come è successo a noi sulla Terra. Ebbene, se così fosse, potremmo ottenere importanti tracce indiziarie per poter ipotizzare la presenza di una civiltà aliena!
Il James Webb Space Telescope, ovviamente, non è stato lanciato nello Spazio per cercare gli extraterrestri. Il suo lungo viaggio, cominciando lo scorso dicembre, è finalizzato a osservazioni scientifiche un po’ più costruttive e importanti. Ma, in teoria, il James Webb avrebbe le capacità per compiere una simile indagine.
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Rispetto al suo predecessore Hubble, infatti, questo telescopio può visualizzare direttamente i pianeti in orbita attorno a stelle lontane. E, inquadrando i pianeti, può anche rilevare segni di vita. Gli sviluppatori del telescopio, sotto sotto, ci credono. Qui è lì, anche se a mezza voce, si è infatti ventilata la possibilità di rilevare a distanza le firme biologiche aliene.
Prima abbiamo parlato di Venere, dove infatti l’atmosfera è stata distrutta da un fenomeno compatibile con l’emissione di CO2 provocate dell’inquinamento. Di recente, nell’atmosfera del pianeta alcuni ricercatori hanno trovato della fosfina, una sostanza di cui non riusciamo a spiegarci l’origine. Potrebbe essere stata generata da forme di vita microbiche? C’è anche chi pensa che su Venere possano sopravvivere delle forme vegetali. Alcuni astrofisici intendono infatti rivelarne la presenza grazie alle lunghezze d’onda dell’infrarosso, poiché la clorofilla assorbe la luce visibile ma a sua volta è visibile nell’infrarosso.
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Anche se su Venere ci sono poche speranze di trovare qualcosa, nulla ci vieta di riproporre l’esperimento grazie al telescopio Webb su altri pianeti, magari fra quelli più simili alla Terra. La ricerca della fosfina e di altre sostanze inquinanti potrebbe portare a delle sorprese… L’inquinamento, una volta tanto, potrebbe tornarci utile. Siamo esperti nel campo e quindi potremmo agevolmente riconoscere le cosiddette “tecnofirme“, ossia quei segnali (attivi e non) di attività tecnologiche su pianeti lontani. Se gli alieni sono intelligenti ed evoluti come speriamo, allora produrranno un sacco di inquinamento.
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