Nel 2016 fece tantissimo scalpore la notizia del primo impianto di “pene bionico”. All’inizio si pensò a una fake news o comunque a un’esagerazione orchestrata dai social. Oggi sappiamo che Mohammed Abad, cittadino scozzese, ha subito davvero quell’intervento dopo aver perduto l’organo genitale in seguito a un incidente stradale…
Ma di cosa parliamo quando chiamiamo in causa un pene bionico? Abbiamo a che fare con un’appendice medica ricostruita attraverso tessuti epidermici, muscolari e nervi, che di solito vengono prelevati dal paziente stesso, e da vene che vengono “allungate” o deviate dalla gamba. In questo organo ricostruito i chirurghi inseriscono poi la componente del serbatoio che è collegata a un impianto elettronico posto al lato sinistro dell’addome o sui testicoli. All’interno del serbatoio c’è un meccanismo che pompa liquido salino e permette al pene di gonfiarsi quando il paziente lo vuole. L’erezione è testata per i rapporti sessuali.
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Il riferimento al “bionico” deriva dalle componenti robotiche che permettono l’esecuzione del comando “erezione”, collegando la centralina elettronica alla pompa. L’erezione può far raggiungere al pene ricostruito una lunghezza dai quindici ai venti centimetri, a seconda della quantità di liquido irrorata.
Il primo intervento è stato compiuto nel Regno Unito. Lì, un team di chirurghi e urologi inglesi impiantò all’ormai celebre Mohammed Abad il famigerato pene bionico nel 2016. Secondo i medici, dato che Abad possiede un testicolo funzionante, gli sarà anche possibile avere figli. Pare che Abad abbia subito testato il suo nuovo organo. “Ho ricevuto cinquanta proposte sessuali”, ha dichiarato l’uomo, dopo aver subito l’intervento a quarantaquattro anni. Il suo intervento è costato settantamila sterline. “Ben spese!”, esclama oggi Abad.
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A ogni modo il paziente ha dimostrato alcune difficoltà, specie nei primi mesi dopo l’intervento. I media inglesi hanno seguito passo passo la sua iniziazione sessuale, e hanno riportato che l’uomo è stato in grado di sbloccarsi solo dopo qualche tempo, rivolgendosi a una prostituta.
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Qualche mese fa un altro paziente chiamato Andrew Wardle ha ottenuto dalla chirurgia l’organo sessuale che non ha mai avuto. Wardle, infatti, è nato con un’estrofia vescicale, un serio difetto della vescica nel feto che gli ha impedito la formazione del pene e dei testicoli. L’intervento è molto delicato e costoso. La sanità britannica non ha ancora deciso come comportarsi nelle strutture pubbliche. Per ora una simile operazione può essere compiuta solo in strutture private, cioè a pagamento.
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