Si chiama David Hahn ed è conosciuto con il nome di boy scout radioattivo. La nomea gli deriva da un esperimento andato male che avrebbe potuto ucciderlo. Ma cosa avrà fatto di preciso?
La risposta è presto data, perché il soggetto in questione ha tentato di costruire un reattore nucleare nel capanno degli attrezzi di casa sua. Una pazzia? Sicuramente sì, una di quelle che avrebbe potuto ucciderlo! Personaggio bizzarro nato nel 1976 negli Stati Uniti, David Hahn all’età di 17 anni tenta l’impresa di costruire il reattore nucleare in giardino solo per ottenere una particolare spilla da boyscout!
Fortunatamente non è mai riuscito a portare a termine la sua folle impresa, anche se la cosa era diventata per lui una vera e propria ossessione. Questo lo portò a ritentare e ad essere anche arrestato nel corso degli anni, soprattutto a causa della diffusione delle radiazioni alle quali egli stesso è stato esposto per diverso tempo. David era un appassionato di chimica e, dopo aver letto molti libri, cominciò a fare degli esperimenti a casa. La sua passione, però, divenne presto un ossessione che lo portò a realizzare cose pericolose usando sostanze esplosive e corrosive. Tra gli esperimenti più rischiosi troviamo:
L’ossessione di David per il nucleare lo portò ad alzare l’asticella della pericolosità sempre di più, soprattutto quando iniziò ad interessarsi all’aspetto relativo ai principi che regolano la fissione e la fusione. Il suo scopo era quello di risolvere i problemi energetici del mondo e colse l’occasione di provarci all’età di 17 anni, per ottenere una medaglia al valore di boy scout. Fu così che gli venne l’idea, malsana, di creare una versione domestica di un reattore nucleare.
L’esperimento voleva portare alla realizzazione di un reattore autofertilizzante che riuscisse a generare da solo del carburante. Gli ingredienti necessari erano essenzialmente due: una barretta di uranio 233 circondata da un strato di torio 232. Dopo la fissione il torio 232 assorbe i neutroni e diventa torio 233, un elemento alquanto instabile. Per proteggersi dalle radiazioni il ragazzo comprò un camice di piombo utilizzato dai dentisti.
Per poter portare a termine questa follia David, oltre a leggere molti libri sull’argomento, contattò anche esperti e associazioni fingendosi un fisico, riuscendo così ad ottenere consulenze via mail e informazioni utili al suo scopo. Il torio 232 lo trovò facilmente, in quanto questo era presente in alcune lampade per miniere (riuscì a comprarne un centinaio contattando il fornitore). L’uranio, invece, non riuscì ad ottenerlo come lo voleva lui per questo decise di irradiare direttamente il torio con dei neutroni. Per costruire il cannone a neutroni rubò dei rilevatori di fumo dai condomini della città e dal campo scout.
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I problemi con la legge iniziarono presto, appena cominciò a progettare la costruzione del reattore nucleare. Una sera la polizia lo fermò e lui dovette ammettere che nell’auto stava trasportando materiale radioattivo. Fu portato in caserma perché si pensava avesse una bomba ma, per sua fortuna, riuscì a chiarire le sue buone intenzioni e fu rilasciato.
La madre preoccupata gettò via tutto il materiale su cui David stava lavorando, materiale però altamente nocivo e radioattivo. Alcuni mesi dopo la polizia andò a casa sua per fare delle perquisizioni (il ragazzo era tenuto d’occhio evidentemente n.d.r.) e trovò tutto quello che sua madre non aveva buttato nella spazzatura, ovviamente materiali con livelli di radioattività sopra la norma.
Ma David non si scoraggiò ed entrò di ruolo nella marina, sperando di riuscire a lavorare all’interno di un sommergibile nucleare. Ovviamente, visti i precedenti, il suo sogno non si realizzò mai. Finito il servizio militare iniziò a fare lavoretti saltuari e fu arrestato nel 2007 per aver rubato ancora una volta rilevatori di fumo dal suo condominio. Evidentemente voleva riprovare a costruire il suo reattore nucleare!
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La mole di esperimenti che tentò di portare a termine sfigurarono il suo viso, pieno di ulcere causate sicuramente dagli alti livelli di radioattività a cui era stato esposto in tutti quegli anni. Morì all’età di 40 anni per problemi legati a un’intossicazione da alcol.
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