Alcuni gruppi di lucertole hanno la capacità di poter perdere la coda. Succede quando sono soggette ad attacchi da parte di predatori: si sbarazzano dalla coda per salvarsi. Questa caratteristica si chiama autotomia. Ci sono poi alcune lucertole che riescono anche a rigenerare l’appendice perduta. Ma come ci riescono? Uno studio cerca di svelare i segreti di questo meccanismo difensivo.
La coda delle lucertole: un’appendice sacrificabile
La biologia spiega che la sezione della coda tranciata è piena di centri nervosi relativamente indipendenti dal cervello. In questo modo la coda staccata può muoversi, anche se non più attaccata al corpo della lucertola. Il predatore, di norma, viene distratto dall’appendice mobile, credendo si tratti della metà viva dell’animale. E così le lucertole o scappano o rimangono immobili, in uno stato immobile di morte apparente chiamato tanatosi. Le contorsioni della coda scemano allorquando l’ossigeno presente nei vasi sanguigni recisi comincia a scarseggiare.
Non è il morso del predatore a staccare la coda, ma una contrazione indotta dalla lucertola. Questo violentissimo irrigidimento dei muscoli avviene lungo piani di frattura prestabiliti tra le vertebre. Poi, i muscoli rimangono contratti anche dopo il distacco. Questo per bloccare l’emorragia, fino alla completa cicatrizzazione. Da questa cicatrice, in seguito, potrà essere creata una nuova coda.
Lo studio di Yong-Ak Song
Yong-Ak Song, ingegnere biomeccanico della New York University Abu Dhabi, ha studiato a lungo questo meccanismo, affascinato dalla capacità delle lucertole di staccare così rapidamente e a comando l’appendice.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Il potere narcotizzante del dondolio | La scienza ci spiega perché le vibrazioni ci fanno addormentare
Il professore ha studiato il comportamento di due specie di gechi e di una lucertola del deserto (Acanthodactylus schmidti). A questi rettili è stata tolta la coda e hanno esaminato i loro corpi. Hanno analizzato la zona amputata al microscopio elettronico alla ricerca di scanalature (micropilastri) tra le vertebre in cui le spine potessero inserirsi per staccare l’appendice. Invece hanno compreso che la superficie delle vertebre è liscia, senza protuberanze.
Nanopori
Lo studioso si è accorto che i micropilastri erano cosparsi di nanopori, cioè di spazi vuoti simili a intercapedini che possono essere interpretati come i collegamenti che tengono la coda attaccata al corpo. Sono questi vuoti ad assorbire l’energia della trazione e a mantenere le code intatte anche in situazioni di forte stress o di deformazione elastica. mantengono le appendici intatte anche in situazioni di forte deformazione elastica.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> L’isola dei serpenti: il paradiso dei rettili
Dunque, come fanno le lucertole a perdere la coda a piacimento? Secondo il professore le code si spezzano quando vengono piegate, meno quando vengono tirate. Ma è la lucertola stessa a piegare la coda, quando è spaventata. Secondo il professore questo studio potrebbe essere utile per creare nuovi sistemi di attaccamento delle protesi o per perfezionare la capacità adesiva di cerotti e innesti cutanei.