L’essere umano si distingue dagli altri animali anche in considerazione della sua costante ricerca di energia da sfruttare per dominare la terra e progredire come specie. Dalla scoperta del fuoco in poi, l’uomo ha sempre ricercato nuove fonti energetiche. Ma tale ricerca è stata lenta e faticosa.
Ripercorriamo insieme le principali tappe di questo percorso analizzando le tecnologie e le forme di energia diffuse nel mondo antico.
L’energia del mondo antico, dal fuoco alle ultime tecnologie
Dopo la scoperta del fuoco, l’essere umano ha continuato per millenni a sfruttare un’unica forma di energia: quella motrice prodotta dall’uomo stesso e dagli animali da soma.
Secondo gli storici e gli antropologi la forza motrice umana e il fuoco furono le uniche forme di energia sfruttate fino al VII millennio a.C.. Solo dopo questo periodo gli uomini cominciarono a sfruttare con metodo gli animali. Una scoperta fondamentale per l’energia del mondo antico fu quella del moto rotatorio. Con l’introduzione delle prime macchine semplici, gli uomini resero più facili e veloci gli spostamenti e la produzione di oggetti. Nacquero in epoca preistorica sia la ruota del vasaio che la ruota per il trasporto. E da qui in poi ha inizio la Storia. Pensiamo infatti che la ruota si sia diffusa in Mesopotamia intorno al 6000 a.C., in corrispondenza con le prime forme consapevoli di scrittura. Anche se testimonianze di questa tecnologia appaiono già dal IV millennio a.C. in poi.
Si dice spesso che la schiavitù fosse la forza più sfruttata in Antichità. Ciò è vero fino a un certo punto. Le grandi piramidi egizie furono costruite con macchine manovrate da operai salariati. Gli schiavi, in generale, erano più usati in casa, come servitori. Per produrre energia, gli animali erano molto più funzionali e resistenti degli schiavi. A livello energetico rendeva meglio un asino che uno schiavo, come dimostrano i tanti mulini azionati da asini trovati a Pompei. Durante l’epoca ellenistica ci fu un notevole progresso tecnologico. Ma quasi tutte le invenzioni avevano l’unico scopo di destare meraviglia: non rivelano un chiaro fine pratico. L’energia più sfruttata era quella meccanica.
Gli ingegneri sperimentavano nuovi usi della puleggia, ovvero di un organo di trasmissione del moto costituito da un disco girevole intorno al proprio asse. Si lavorava quindi con ingranaggi, funi, corde, cavi e cinghie.
Schiavi e mulini
Gli schiavi erano però essenziali in agricoltura e in industria manifatturiera. A Roma, i servi venivano utilizzati come robot impastatori, raccoglitori, seminatori e marinai. Nel Medioevo i servi azionavano le grandi ruote di legno che muovevano le gru dei cantieri e i ponti levatoi.
In agricoltura l’energia principale del mondo antico veniva dall’acqua. Già gli antichi Romani conoscevano e sfruttavano la ruota idraulica, ma il vero sviluppo di questa tecnologia si ebbe nel Medioevo. Tutto il Sud dell’Europa era pieno di mulini ad acqua. Dall’Alto Medioevo in poi le fabbriche preposte a bonifiche, le concerie, i granai e le fornaci furono sempre alimentate con l’acqua.
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La forza del vento era usata in nautica. In Antichità la vela era nota ma poco sfruttata. Le navi greche e romane si muovevano principalmente grazie alle braccia dei rematori. Le prime vele autonome furono introdotte dagli Arabi, che perfezionarono la vela latina.
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I mulini a vento, diffusi in Oriente già nella tarda Antichità, conquistarono l’Europa solo dopo il IX secolo, sempre grazie agli Arabi. Questi mulini azionavano macine e pompe idrauliche producendo energia meccanica.
Per quanto riguarda i motori, il mondo ellenistico produsse l’eolipila o motore di Erone. Si trattava di un dispositivo simile a un motore a getto basato sullo sfruttamento del vapore.