La base della ricerca, la spinta motivazionale che muove le coscienze, uno studio ha dettato le cause biologiche della curiosità
Ciò che muove le coscienze a spingersi verso nuovi orizzonti è la curiosità. Un istinto che è paragonabile alla fame. Ci si spinge per cercare cibo e sfamarsi, così essa porta a nuove scoperte. Uno studio sembra ora dettare le cause biologiche di questo aspetto fondamentale della vita, sin da quando si è bambini.
La motivazione alla ricerca, un imputi eccitatorio trovato nei topi
Un recente studio pubblicato su Science ha dimostrato come alcuni topi interagissero con nuovi oggetti e con altri già conosciuti. Nei topi sono stati trovati, in una regione del cervello subtalamico, dei neuroni inibitori che ricevono dalla corteccia un input eccitatorio. Proprio quest’ultimo segnala l’inizio dell’esplorazione, incita verso la nuova conoscenza con altri topi e oggetti nuovi. Disattivando con impulsi luminosi questi neuroni la conoscenza si è placata.
Perché alcuni soggetti sono più curiosi di altri?
Nonostante ci siano ancora passi da fare e tenendo conto che i meccanismi che spingono la curiosità nell’uomo sono ancora sconosciuti, è di sicuro una svolta.
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L’area subtalamica dell’uomo non è molto conosciuta nei suoi meccanismi associati alla curiosità, ma questo studio sembrerebbe spianare la strada giusta in questo senso.
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Di sicuro è da sottolineare che ci sono persone più curiose di altre, soggetti insomma che si spingono più facilmente verso l’ignoto di ciò che non si conosce.