Un gruppo di ricercatori ha scoperto il lampo radio veloce (FRB) più vicino alla Terra. Sarebbe esploso in una zona insolita, ovvero in un punto da cui non ci saremmo mai aspettati alcun fenomeno del genere. Secondo le prime stime, dovrebbe essere quaranta volte più prossimo alla Terra di qualsiasi altro lampo radio mai osservato finora. L’osservazione si deve anche ai radiotelescopi INAF (ovvero dell’Istituto Nazionale di Astrofisica italiano). Lo spaventoso lampo ha già un nome: FRB 20200120E.
Che cos’è un lampo radio veloce?
Il lampo radio veloce, anche detto fast radio brust (FRB), è un fenomeno astrofisico di straordinaria energia che si manifesta come un impulso radio transitorio. Di solito dura pochissimi millisecondi e si ripete a intervalli più o meno regolari. Si tratta di un segnale spaziale misterioso e caratterizzato da un’intensità formidabile. Possiamo intenderlo come un’esplosione di luce fortissima che si capta nella banda radio, e non risolto, a banda larga.
Lampi del genere provengono di norma da regioni del cielo esterne alla Via Lattea. Anche il lampo radio veloce individuato dai radiotelescopi INAF è esterno alla nostra galassia, ma appare comunque come il più prossimo mai registrato. Dovrebbe essere l’FRB più vicino alla Terra mai osservato e studiato fino a oggi. Come dicevamo, infatti, è apparso a una distanza quaranta volte più prossima di qualsiasi altro lampo conosciuto. Gli studiosi, che lo hanno denominato FRB 20200120E, credono associato a un fenomeno posto a dodici milioni di anni luce da noi. Una regione inattesa, perché occupata da un ammasso globulare ricco di stelle antiche. E questo è strano, dato che tali fenomeni si legano di solito all’attività di stelle giovani e massicce.
In parole povere, la sua scoperta suggerisce un diverso meccanismo di formazione di queste stelle, e introduce un nuovo modello: gli FRB potrebbero emergere da una gamma più ampia di ambienti di quella fino a oggi considerata.
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La scoperta, dunque, potrebbe rivoluzionare il modo in cui intendiamo e ricerchiamo questi fenomeni. La scoperta dei lampi radio veloci, infatti, è relativamente recente. Il primo FRB fu individuato nel 2001, e da allora gli astrofisici continuano a interessarsi a questi misteriosi fenomeni. La coperta dell’INAF è stata già riportata da due articoli su Nature e Nature Astronomy.
Dettagli sulla scoperta
Il lampo radio veloce FRB 20200120E, come tutti gli altri FRB, si ripete nel tempo, e rivela la propria sorgente nella Galassia di Bode (M81 o NGC 3031), in direzione della costellazione dell’Orsa Maggiore. Per inquadrare la Galassia con un’alta risoluzione e captare il rumore, gli scienziati hanno combinato le misurazioni dei dodici telescopi della rete europea VLBI (EVN) integrando i dati di diversi altri telescopi, fra cui molte antenne italiane. Come quelli dell’INAF, appunto. Parliamo, nello specifico, dei radiotelescopi di Medicina a Bologna, di Noto, in provincia di Siracusa, e il Sardinia Radio Telescope (Cagliari).
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Ma da dove proviene questo lampo radio veloce? Gli astrofisici, per ora, pensano che provenga da una stella di neutroni altamente magnetizzata che potrebbe essersi formata dal collasso indotto dall’accrescimento di una nana bianca o dalla fusione di stelle compatte in un sistema binario. Alcuni flash dell’FRB si dimostrano più brevi del normale, ossia di quanto ci si aspettasse. E questo può significare che gli impulsi possano derivare da un minuscolo volume nello Spazio. Una zona piccolissima, insomma. Più piccola di un campo da calcio.