La pandemia ha costretto il mondo a prendere delle misure precauzionali che prima erano inimmaginabili. Una di queste riguarda i robot anti assembramento, pronti a garantire il distanziamento sociale in luoghi affollati.
Stop all’assembramento
Il controllo del distanziamento sociale è diventato un must in tutto il mondo per limitare la diffusione del Covid-19. Una delle soluzioni degli ultimi tempi riguarda i robot anti assembramento, creati proprio per far mantenere le distanze tra le persone. Al momento, nonostante le misure anti-contagio si stiano riducendo, rimane ancora necessario stare lontani fisicamente gli uni dagli altri.
Le forze dell’ordine non possono essere le uniche deputate a questo controllo, quindi la tecnologia arriva in loro aiuto attraverso droni e robot anti assembramento. Lo scopo di queste macchine è quello di garantire il distanziamento umano in ogni situazione in cui si possono creare assembramenti di persone (come nelle piazze, durante manifestazioni oppure ai concerti).
Il controllo dell’assembramento
La pandemia ha costretto la gran parte dei paesi del mondo a effettuare un controllo attento di eventuali assembramenti; in India, per esempio, si predilige l’utilizzo di droni e dell’intelligenza artificiale. Qui la polizia controlla le 6 metropoli del Punjab con questi apparecchi che sorvolano piazze, mercati e parchi.
Le telecamere dei droni sono ad alta risoluzione, e sono in grado di individuare un essere umano fino a 1 km di distanza. L’intelligenza artificiale, una volta analizzate le immagini registrate dai droni, calcola la distanza fra le persone, avvertendo la polizia di intervenire nel caso riscontrasse persone in stato di assembramento.
Un altro esempio di utilizzo tecnologico di controllo lo troviamo a Singapore, dove i parchi vengono pattugliati da robot quadrupedi della Boston Dynamics. Grazie a messaggi audio, questi ricordano ai passanti di mantenere le distanze di sicurezza e di rispettare le regole anti-contagio imposte dal governo. I robot sono capaci di contare le persone che incontrano durante la loro ispezione, e di mandare i dati in tempo reale alle amministrazioni cittadine su eventuali affollamenti in alcune zone.
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Esiste ancora la privacy delle persone?
La pandemia ha causato un’impennata di richieste di queste tecnologie. Robot e droni, infatti, vengono utilizzati dalla polizia soprattutto in città molto grandi, dove un controllo capillare degli assembramenti sarebbe impossibile da fare (il numero di poliziotti è notevolmente inferiore rispetto a quello della popolazione n.d.r.)
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E la privacy delle persone? Sarà compromessa? Il problema sta diventando serio, in quanto questi macchinari di controllo possono sia osservare sia identificare le persone. Gli sviluppatori delle tecnologie in questione, infatti, sono perlopiù aziende private, e non è ancora chiaro come vengano conservate e trattate tutte le informazioni che queste riescono ad ottenere dai droni e dai robot che commercializzano.