Non soltanto gli insetti e gli uccelli impollinano i fiori… In Nuova Zelanda alcuni ricercatori hanno notato che i ratti sono soliti succhiare il nettare dalle piante di lino. Passando di fiore in fiore, questi ratti, con le zampe sporche di polline, potrebbero contribuire alla riproduzione dei fiori?
Ratti che impollinano i fiori
In Nuova Zelanda, come in molte altre zone del mondo, i ratti sono considerati mammiferi invadenti e pericolosi. In Oceania, questi roditori rappresentano una minaccia per la sopravvivenza di colture e diverse specie di uccelli autoctoni. Ecco perché alcuni zoologi neozelandesi hanno cominciato a studiare il rapporto fra ratti e uccelli, per capire in che modo si stia sviluppando la loro competizione.
Dopo giorni di osservazione, gli studiosi hanno scoperto che alcuni ratti sembrerebbero essere particolarmente ghiotti di nettare di fiori di lino (Phormium colensoi). E non solo… Sporcandosi le zampe con il polline, i topi contribuirebbero all’impollinazione di diversi fiori. Mai nessun biologo aveva previsto una simile dinamica. Ecco perché la scoperta appare interessante. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sul New Zealand Journal of Ecology.
La riproduzione dei fiori passa… per le zampette dei topi
Gli zoologi hanno tappezzato di microtelecamere un’area paludosa piena di piante di lino e hanno analizzato il comportamento degli animali. Per sei notti le telecamere hanno registrato le immagini di più roditori che, sempre uno alla volta, succhiavano nettare da diverse piante.
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Gli uccelli che si nutrono del nettare di lino sono facilmente identificabili, giacché il polline di colore giallo-arancione rimane a lungo sulle loro piume. Allo stesso modo il polline potrebbe rimanere sul pelo dei topi per essere così trasferito da un fiore all’altro, favorendo l’impollinazione.
I limiti dello studio
Questa osservazione non prova che i ratti siano coinvolti nel meccanismo della riproduzione dei fiori. I ricercatori hanno visto solo un ratto alla volta. Magari era sempre lo stesso esemplare! Non lo sappiamo. Dunque non possiamo affermare che si sia sviluppata un’abitudine condivisa dalla specie. Evolutivamente, infatti, il comportamento di un singolo individuo non comporta un dato rilevante dal punto di vista biologico.
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Bisogna quindi capire se a tutti i ratti piaccia il nettare di lino. Se così fosse, sarebbe un male e un bene. Un male, perché significherebbe che gli uccelli dovrebbero competere con i topi anche per quest’altra risorsa alimentare. Un bene perché i roditori potrebbero rivelarsi utili operai nel lavoro dell’impollinazione delle piante di lino, che rischiano l’estinzione per la mancanza di insetti.