L’opinione comune vuole che il cervello smetta di essere efficiente dopo i vent’anni. Per questo si dice spesso che è faticoso studiare a una certa età. La scienza ha però sfatato questo falso mito. Il cervello non rallenta, anzi: continua a lavorare a pieno ritmo fino ai sessant’anni!
Il cervello rallenta dopo i vent’anni?
Uno studio dell’Università di Heidelberg, in Germania, e pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, sembra dimostrare che il cervello continui a funzionare e ad accrescere le sue capacità di analisi e sintesi anche dopo il raggiungimento della piena maturità fisica. Dopo i vent’anni il corpo comincia a invecchiare, è vero. Ma il cervello no. Lo studio ha coinvolto più di un milione di partecipanti in un esperimento online. Secondo quest’analisi il maggior tempo impiegato nel rispondere ai quesiti non è dovuto al rallentamento dei processi cognitivi ma a una maggiore consapevolezza e prudenza nello scegliere la risposta giusta.
Il senso della ricerca svela che il nostro cervello non smette di essere reattivo e non rallenta. Diventa solo più prudente, a causa della molteplicità di dati di cui è ormai consapevole. In gioventù deve reagire in base a pochi dati immagazzinati. Dopo i trenta, i quarant’anni, prima di ogni scelta il cervello deve “processare” una mole enorme di dati raccolti. Ecco perché le persone mature impiegherebbero più tempo a imparare cose nuove, a reagire ai cambiamenti e rispondere agli stimoli provenienti dall’ambiente circostante. Questo rallentamento nella risposta comincia all’età di circa vent’anni e aumenta man mano.
Sessantenni contro ventenni
Analizzando i risultati, gli autori della ricerca hanno constatato che il tempo di risposta a quiz vari aumenta effettivamente con l’età, specie dopo i vent’anni, ma ciò non è dovuto a processi mentali meno veloci.
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Il rallentamento dipende dalla maggiore prudenza delle persone più anziane. Quindi dalla loro esperienza: sanno che è facile sbagliare! E poi, influisce anche un po’ di lentezza nei riflessi corporei. L’anziano non riesce a premere il tasto corretto con la velocità del giovane. Tuttavia, il tempo di reazione non deve essere considerato una misura dell’efficienza cognitiva.
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La vecchiaia per se stessa è una malattia, diceva il commediografo Terenzio. Ciò è vero a livello fisico ma non mentale. Volendo anche i sessantenni possono iscriversi all’università e imparare nuove materie. E lo fanno in molti, in effetti. La loro capacità di apprendere e ragionare non è minore di quella di un ventenne. Dopotutto si dice che i grandi scienziati fanno le loro scoperte migliori con l’anzianità… No, il cervello non rallenta.