L’astronomia ha osservato per la prima volta il buco nero supermassiccio nascosto dietro un anello di polveri cosmiche. Il corpo stellare super denso si trova al centro della galassia Messier 77, ovvero a quarantasette milioni di anni luce da noi. Per la precisione, nella costellazione della Balena.
Gli astronomi responsabili della scoperta appartengono all’Università olandese di Leiden. La loro ricerca è comparsa sulla rivista Nature e sta ottenendo grandissima risonanza. Per quale motivo? Perché sembrerebbe confermare la teoria dei nuclei galattici attivi, elaborata più di trent’anni fa, secondo cui esistono fonti potenti di energia alimentate da buchi neri supermassicci al centro di molte galassie. Le polveri cosmiche che nascondono in parte il buco nero sembrano appunto testimonianze di quest’attività.
Lo strumento che ha scorto il buco nero al centro della galassia Messier 77 è il VLT, ovvero il Very Large Telescope sviluppato dallo European Southern Observatory (ESO). Grazie allo strumento Matisse (il Multi AperTure mid-Infrared SpectroScopic Experiment) del telescopio VLT, gli astrofisici della Leiden hanno scansionato nell’infrarosso il centro della galassia, nota anche come NGC 1068. Hanno così ottenuto chiare prove dei cambiamenti di temperatura nelle nubi di polveri che circondano il buco nero, permettendo di localizzarlo con la massima precisione.
Ma che cos’è un nucleo galattico attivo? Per l’astronomia si tratta di una sorgente (chiamata in gergo AGN) estremamente energetica che è alimentata da un buco nero supermassiccio. Questi buchi neri si nutrono, come loro uso, di grandi volumi di polvere e gas cosmici. Prima di essere divorato, però, questo materiale si muove a spirale verso il centro del buco e dà vita a una reazione: al rilascio di una luce potentissima. Ovvero a enormi quantità di energia che spesso eclissano la luce di tutte le stelle della galassia.
La ricerca ci permette di comprendere meglio come funzionano le polveri cosmiche e le grandi nubi di gas che circondano i buchi neri. In pratica, queste nubi rivelano un duplice ruolo: da una parte alimentano il buco nero; dall’altra determinano l’aspetto di questi oggetti osservati dalla Terra. Cosa significa? Che i buchi neri finora osservati sono quasi tutti obnubilati o velati da questi gas. Nel caso affrontato dagli astrofisici olandesi vediamo addirittura come la polvere può oscurare del tutto il buco nero. Quindi potrebbero esistere moltissimi buchi neri che non abbiamo ancora considerato, solo perché sono difficili da individuare.
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Restano ancora numerosi misteri sui buchi neri. Essi si nutrono di enormi quantità di polveri e gas, ma in un certo senso riescono anche a produrre altri gas… Quando la materia cade nel buco nero provoca infatti una reazione, un rilascio di straordinarie quantità di energia e di detriti (quindi altra polvere), che può esprimersi come sfogo di onde radio o solo come potenza cinetica. Sovente, lo sfogo di luce è così forte che riesce a oscurare intere galassie. Fino a ieri non avevamo mai visto un AGN dal vivo, ecco perché la scienza è in fibrillazione.
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E ora vi lascio a un bellissimo video sull’argomento, che riuscirà di sicuro a coinvolgervi. Un’animazione che riproduce l’aspetto e il comportamento del buco nero di Messier 77 inteso come un nucleo galattico attivo.
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