Una startup statunitense chiamata Astron Aerospace ha di recente sviluppato il progetto di un motore turbo che potrà funzionare sia per automobili, navi e aeroplani. Il motore si chiama Omega 1 e promette ridottissime emissioni di CO2.
Il sistema Omega 1 della Astron Aerospace è progettato per funzionare con una vasta gamma di carburanti e su diversi veicoli. Non solo automobili, ma anche velivoli e navi. Produce, in via teorica, 160 cavalli di potenza. Ma, secondo gli sviluppatori, questo motore ha un’altra caratteristica importante: emette una quantità di CO2 estremamente contenuta. In pratica va a benzina, ma inquina meno di un’auto elettrica. E com’è possibile? Il motore funziona un po’ come il modello Wankel di Mazda, ma con una coppia di camere di combustione e una pre-camera per separare i gas di scarico, per fare in modo che la miscela non si inquini nei cicli successivi. Il motore turbo presenta nel suo progetto iniziale quattro rotori su due alberi. Proprio questi alberi gestiscono le diverse fasi del ciclo di combustione.
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I rotori, secondo il progetto della Astron Aerospace, saranno collegati a dei sincronizzatori che rendono il meccanismo più fluido e veloce… Ma nonostante tutte queste componenti pare che il peso di Omega 1 sia molto ridotto. Appena quindici chili. Per ora questo modello è solo un prototipo computerizzato, cioè esiste solo come simulazione. Ma l’idea del turbo a pistoni rotativi con compressore sembra vincente. In sostanza, si tratta di azionare un albero di trasmissione cavo tramite due doppi dischi indipendenti. La prima coppia di dischi funge da compressore per l’aria aspirata, mentre il doppio disco si occupa della combustione. L’idea vincente è proprio questa: far passare i combustibili tramite una valvola rotativa dalla precamera alla camera di combustione, evitando ogni tipo di perdita.
La startup crede che il motore turbo possa eliminare tutti i disturbi tipici dei classici motori a pistoni. Con la sua meccanica il motore non dovrebbe essere soggetto a perdite di attrito, calore e pompaggio. L’Omega punta poi a gestire senza particolari difficoltà la pressione di sovralimentazione. La pressione supera raramente 1 bar nei motori convenzionali, mentre l’Omega 1 comprime l’aria aspirata fino a 14 bar. A cosa serve questa pressione di sovralimentazione estremamente elevata? Il progetto vuole garantire che non siano necessarie misure di tenuta aggiuntive rispetto alle fasce elastiche dei motori standard. In questo modo si potrà ridurre l’attrito rispetto ai motori a pistoni e diminuire quindi il consumo di carburante.
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Come dicevamo, Omega 1 esiste per ora solo come file: è una simulazione su un programma informatico. Per il prototipo meccanico dobbiamo aspettare qualche altro anno e un consistente investimento. Staremo a vedere… Intanto eccovi il video dimostrativo condiviso dalla startup americana.
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