Il patrimonio genetico europeo dipende dall’influsso di tre antiche popolazioni, da una spruzzata di DNA siberiano e altri eventi di incontro o scontro fra culture. L’aspetto fisico degli europei, potremmo dire, è legato alle migrazioni di epoca neolitica di nomadi. I più alti sono imparentati con i popoli della steppa; i più sovrappeso con gli anatolici…
L’aspetto fisico degli europei contemporanei: da dove nasce il patrimonio genetico dell’uomo europeo
L’europeo è un individuo dal corredo genetico assai vario. Un meticcio, frutto di un melting pot che ne ha influenzato l’aspetto fisico e la fisiologia. Uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology ha analizzato l’impatto di antiche migrazioni, avvenute nel Neolitico, sul patrimonio genetico, e dunque sull’aspetto, degli europei.
Alcuni tratti fisici e fisiologici negli individui europei di oggi derivano da antichissimi incontri fra popoli lontani. Parliamo del colore degli occhi e dei capelli, dell’altezza media, dell’incarnato… Il ricercatore dell’Università di Torino Davide Marnetto, primo autore dello studio, ha dimostrato che la maggior parte del patrimonio genetico europeo è stato plasmato da migrazioni avvenute negli ultimi diecimila anni. All’epoca gli uomini erano nomadi, cacciatori-raccoglitori, ancora poco avvezzi all’agricoltura. I neolitici originari delle terre europee si sono mescolati con gli agricoltori dell’Anatolia e con i pastori delle steppe. In pratica, queste popolazioni sono state separate per migliaia di anni, e si sono dunque evolute separatamente. Ma, in seguito al loro incontro, i vari genomi si sono incrociati dando il via a varianti genetiche che oggi possiamo considerare “europee”.
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I paleontologi e gli archeologi hanno molto interesse a studiare i genomi antichi, per comprendere i tratti biologici delle popolazioni che anticamente abitavano la Terra. Da molti anni sappiamo che tutte le etnie del mondo sono in contatto e si sono arricchite a vicenda: l’evoluzione dell’uomo dipende anche da questi incontri. Marnetto, invece, ha studiato in che modo le antiche impronte di questi popoli abbiamo influenzato la fisiologia e l’aspetto degli europei contemporanei. E da qui si è chiesto in quale modo questi “reperti” genetici siano ancora presenti nei nostri genomi.
Popoli della steppa e anatolici
Studiando la popolazione estone, che mostra anche alcune componenti genetiche di provenienza siberiana, i ricercatori si sono chiesti se avere una determinata caratteristica, come per esempio soffrire di colesterolo alto, fosse associato all’aver ereditato più varianti da una specifica popolazione antica.
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Lo studio ha dimostrato che le popolazione antiche che hanno formato gli europei erano sufficientemente differenziate tra di loro da lasciare un segno caratteristico nella fisiologia e nell’aspetto degli individui contemporanei. Dagli abitanti delle steppe abbiamo preso la statura alta, la corporatura robusta e anche livelli più alti di colesterolo nel sangue. Dagli anatolici abbiamo ereditato la propensione all’obesità e una frequenza cardiaca più bassa. Ovviamente il legame stabilito tra un dato tratto e una data popolazione antica non implica che tale tratto fosse predominante in quella particolare popolazione o assente in tutte le altre.