Grazie alla somministrazione acuta di più farmaci tramite un bioreattore indossabile alcuni scienziati sono riusciti a favorire la rigenerazione a lungo termine degli arti e il recupero funzionale in una rana. Per la precisione in uno Xenopus laevis adulto. Cosa vuol dire? Che la scienza biomedica sta imparando come riuscire a far ricrescere le gambe e le braccia amputate!
La rigenerazione degli arti, nuova frontiera nella scienza biomedica
La ricerca ha un potenziale enorme. Pensateci un secondo. Si tratta di poter innescare la crescita di tessuti sani e funzionanti in persone che hanno subito traumi e amputazioni. Come per esempio pazienti diabetici o vittime di incidenti. Per ora, la scienza non è ancora riuscita ad applicare la rigenerazione degli arti all’uomo. Tuttavia ha saputo far ricrescere le zampe a una rana.
Perché è stata scelta proprio la rana come cavia? Perché organismi come lo Xenopus laevis assomigliano all’uomo per via delle limitate capacità rigenerative in età adulta. Quindi le nostre amate rane sono modelli importanti con cui testare interventi in grado di ripristinare la forma e la funzione di arti mancanti tramite la cosiddetta rigenerazione.
In pratica, un team composto da scienziati della Tufts University e del Wyss Institute di Harvard è riuscito nell’impresa di far ricrescere una zampa funzionante a una rana. In che modo? Tramite un cappuccio di silicone contenente un cocktail di farmaci. I risultati di questo importantissimo studio sono stati pubblicati su Science Advances.
La capacità di rigenerarsi
Lo studio si basa su un concetto abbastanza affascinante: la natura è capace di rigenerarsi. Esistono tanti animali che praticano costantemente la rigenerazione. I vermi, per esempio. Le salamandre, oppure le lucertole, alle quali ricresce la coda. Da un punto di vista biologico, anche l’uomo sa rigenerarsi. Quando ci tagliamo, la pelle si rimargina e ricopre gli spazi abrasi. Il nostro fegato si riforma anche dopo aver perso più della metà del proprio volume. Se invece perdiamo un braccio, o una gamba, lì non c’è niente da fare: il corpo si arrende.
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Ma gli scienziati americani hanno capito come far ricrescere le gambe a alcune rane africane. Per riuscirci hanno coperto per un giorno la ferita con un tappo in silicone applicando al suo interno un idrogel arricchito con cinque farmaci, ognuno con una funzione diversa. Il primo farmaco doveva ridurre l’infiammazione. Un altro doveva inibire la produzione di collagene per evitare la cicatrizzazione dei tessuti. Un altro ancora era preposto a favorire la crescita di nuove fibre. Il quarto doveva interrompere la coagulazione del sangue. E il quinto doveva fornire aiuto alla rigenerazione dei muscoli.
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Ebbene, quasi tutte le rane trattate con questo metodo, dopo diciotto mesi si sono ritrovate provviste di nuove zampette. L’arto amputato era ricresciuto, funzionava a dovere ed era forte quasi come quello naturale. Piccolo problema: le ossa non sono ricresciute del tutto. Il lavoro ha funzionato con tessuti, muscoli e nervi, ma per le ossa si è arrivati fino agli stinchi. Quindi ora le rane presentano piedi e dita flaccidi, senza ossa.