Arrivano le prime immagini dal telescopio spaziale IXPE (Imaging X-Ray Polarimetry Explorer) della NASA, lanciato nello spazio profondo il 9 dicembre 2021. Il telescopio ha inquadrato Cassiopea A, ammasso di gas e particelle lontano undicimila anni luce. Secondo gli astronomi l’immagine racconta di una stella esplosa molti secoli fa…
I resti di una stella esplosa diversi secoli fa: la foto a raggi X che cattura Cassiopea A
Dopo un mese di attesa, per il completamento della fase di messa in servizio, l’IPSE ha inquadrato con le sue fotocamere a raggi X l’oggetto celeste chiamato Cassiopea A, a più di undicimila anni luce dalla Terra. Si tratta di un ammasso di gas nato secoli fa, originatosi dai resti di una stella esplosa nel XVII secolo. L’astronomia ci rivela in che modo le onde d’urto di quella formidabile esplosione spazzarono via tutto il gas circostante e lo riscaldarono accelerandone le particelle così da creare una nebulosa luminosissima. I raggi X captati da IXPE ci permettono appunto di godere al massimo di questa luminosità.
Il telescopio IXPE è nato da una collaborazione tra la NASA e l’agenzia spaziale italiana (ASI) e funziona per studiare l’Universo ai raggi X. Per catturare immagini polarizzate utilizza tre telescopi con rivelatori finanziati in toto dall’ASI e sviluppati da un team di scienziati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
La storia di Cassiopea A
Secondo alcuni studiosi Cassiopea A potrebbe essere la mitica stella di mezzogiorno, osservata nel 1630, ossia quell’astro ritenuto miracoloso che avrebbe annunciato la nascita di Carlo II d’Inghilterra. Altri astronomi pensano che l’ammasso si sia formato da un’esplosione di molti secoli anteriore. Comunque, l’apparizione del Seicento riguarda l’unica luce stellare esplosiva proveniente dalla Via Lattea che è stata visibile a occhio nudo dalla Terra. La maggior parte degli scienziati, in ogni caso, pensa che la luce dell’esplosione abbia raggiunto la Terra approssimativamente tre secoli fa.