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Prima immagine arrivata sulla Terra | Si torna indietro di secoli

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Giuseppe F

Arrivano le prime immagini dal telescopio spaziale IXPE (Imaging X-Ray Polarimetry Explorer) della NASA, lanciato nello spazio profondo il 9 dicembre 2021. Il telescopio ha inquadrato Cassiopea A, ammasso di gas e particelle lontano undicimila anni luce. Secondo gli astronomi l’immagine racconta di una stella esplosa molti secoli fa…

La spettacolare immagine di Cassiopea A prodotta da IXPE (NASA) – curiosauro.it

I resti di una stella esplosa diversi secoli fa: la foto a raggi X che cattura Cassiopea A

Dopo un mese di attesa, per il completamento della fase di messa in servizio, l’IPSE ha inquadrato con le sue fotocamere a raggi X l’oggetto celeste chiamato Cassiopea A, a più di undicimila anni luce dalla Terra. Si tratta di un ammasso di gas nato secoli fa, originatosi dai resti di una stella esplosa nel XVII secolo. L’astronomia ci rivela in che modo le onde d’urto di quella formidabile esplosione spazzarono via tutto il gas circostante e lo riscaldarono accelerandone le particelle così da creare una nebulosa luminosissima. I raggi X captati da IXPE ci permettono appunto di godere al massimo di questa luminosità.

Il telescopio IXPE è nato da una collaborazione tra la NASA e l’agenzia spaziale italiana (ASI) e funziona per studiare l’Universo ai raggi X. Per catturare immagini polarizzate utilizza tre telescopi con rivelatori finanziati in toto dall’ASI e sviluppati da un team di scienziati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

La storia di Cassiopea A

Il telescopio IXPE (NASA) – curiosauro.it

Secondo alcuni studiosi Cassiopea A potrebbe essere la mitica stella di mezzogiorno, osservata nel 1630, ossia quell’astro ritenuto miracoloso che avrebbe annunciato la nascita di Carlo II d’Inghilterra. Altri astronomi pensano che l’ammasso si sia formato da un’esplosione di molti secoli anteriore. Comunque, l’apparizione del Seicento riguarda l’unica luce stellare esplosiva proveniente dalla Via Lattea che è stata visibile a occhio nudo dalla Terra. La maggior parte degli scienziati, in ogni caso, pensa che la luce dell’esplosione abbia raggiunto la Terra approssimativamente tre secoli fa.

Non è la prima volta che la scienza si interessa a Cassiopea A. L’astronomia si concentra su quest’ammasso già da decenni. Sappiamo quasi con certezza che si tratta del resto di supernova appartenente alla costellazione di Cassiopea. Ma perché ci interessa così tanto? Forse perché, di fatto, è la più brillante radiosorgente extrasolare del cielo a frequenze superiori a 1 GHz. Gli astronomi si sono accorti che la densità di flusso di questo corpo sta declinando e ciò significa che il corpo è in espansione… Forse un tempo era brillante anche nelle onde radio. Fatto sta che la radiosorgente, identificata nel 1947, è stata una delle prime radiosorgenti discrete a essere notate scientificamente dall’uomo. La controparte ottica fu scoperta solo tre anni dopo.
Dagli anni ’50 molti altri telescopi hanno già studiato l’aspetto e la luminosità di quest’affascinante corpo stellare. Tuttavia l’IXPE consentirà ai ricercatori di esaminare i misteri di Cassiopea A in un modo nuovo e con maggiore precisione. L’immagine raccolta dal telescopio rivela infatti l’intensità reale delle luci dell’ammasso. Il telescopio IXPE è appunto in grado di creare immagini complementari virate magenta che si sovrappongono a quelle ottenute in passato grazie ai dati dei raggi X ad alta energia.

Buco nero o stella di neutrini?

L’immagine riprodotta dal telescopio può dunque definirsi straordinaria. La caratteristica colorazione magenta rileva i raggi X, mentre le parti blu rappresentano le immagini raccolte ille tempore dal telescopio Chandra.

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Anche il telescopio Chandra, infatti, intorno al 1999, rivolse il suo sguardo verso Cassiopea A. E grazie a quelle indagini capimmo che al centro dell’ammasso di gas c’è un oggetto compatto, che potrebbe essere un buco nero o una stella di neutroni. Ora, grazie a IXPE potremmo studiare l’ammasso da una differente prospettiva e con maggiore sicurezza.
Giuseppe F

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