Ilya Sutskever è un neurologo, famoso come cofondatore di OpenAI, l’organizzazione non profit di ricerca sull’intelligenza artificiale che si occupa di promuovere e sviluppare un’AI amichevole. Bene, secondo Sutskever le grandi reti neurali sono prossime allo sviluppo della consapevolezza. Anzi, l’avrebbero già raggiunta. Cosa significa? Stanno forse per arrivare nuovi robot coscienti?

Reti neurali coscienti, o almeno leggermente consapevoli
Si dibatte da decenni sul rapporto tra AI e coscienza. Molti ricercatori sostengono che l’intelligenza artificiale e le grandi reti neurali non potranno mai sviluppare una vera e propria consapevolezza. Altri hanno ipotizzato che, prima o poi, interfacce molto sofisticate potrebbero avvicinarsi a una sorta di pseudo-coscienza. Ilya Sutskever ha invece annunciato che ci siamo: un’AI avrebbe dimostrato consapevolezza… Non ha specificato però quale rete neurale abbia raggiunto questo stadio. Tali dichiarazioni hanno, prevedibilmente, sollevato una gigantesca polemica.
Gli esperti si stanno rivoltando in massa. I più cauti hanno definito la sua affermazione “fuori luogo”. I filosofi sghignazzano, un po’ indignati e un po’ divertiti. I programmatori di AI ripetono che non abbiamo ancora raggiunto un’intelligenza a livello umano, e quindi è impossibile parlare di coscienza.
Com’è nata la polemica

Il dibattito è esploso quando Ilya Sutskever, scienziato capo del gruppo di ricerca OpenAI, ha pubblicato un tweet in cui affermava che è possibile che le grandi reti neurali siano “leggermente consapevoli”. Il “leggermente” non lo ha salvato dall’ondata di proteste con cui il tweet è stato accolto e commentato. Sappiamo che la scienza e la filosofia, e gli stessi sviluppatori di reti neurali, non pensano che l’AI possa raggiungere quel particolare stato di autoconsapevolezza chiamato coscienza. Sono stati fatti molti passi avanti, e ormai le AI sono potenti e flessibili, ma sono ancora limitate e dimostrano meno capacità di analisi e astrazione dell’intelligenza umana.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Psicologia Cinema e psiche: attrazione fatale
Ma di cosa stava parlando Sutskever? Forse scherzava… Oppure si riferiva a qualche rete neurale che non conosciamo? Secondo alcuni è probabile che si riferisse alle reti neurali su larga scala, come GPT-3. Ovvero su un sistema di elaborazione del linguaggio parametrico da centosettantacinque miliardi costruito proprio da OpenAI per la traduzione, la risposta alle domande e il riempimento delle parole mancanti.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> L’intelligenza artificiale Megatron ci rimette in riga: “tutto dipende dall’uomo”
L’intelligenza artificiale, costruita su grandi reti neurali, è un prodotto formidabile. Sta aiutando a risolvere molti problemi collegati alla finanza, alla ricerca e alla medicina. Sta rivoluzionando il calcolo matematico e la statistica. Ma si tratta di una realtà ancora molto lontana dal raggiungere la coscienza. Magari tra venti o trent’anni sarà anche possibile. Ora ci pare del tutto inammissibile.