Avevate mai sentito parlare di Bluehenge? Gli archeologi, che lo hanno scoperto nel 2008, hanno descritto questo sito come una piccola Stonehenge blu. Il nome ufficiale dello scavo è invece Bluestonehenge (che contratto diventa Bluehenge) o West Amesbury Henge. Si tratta di un sito preistorico, che si presenta come un monumento circolare di pietre…
Lo scavo di Bluehenge si trova a un chilometro e mezzo a Sud-Est dallo Stonehenge del Wiltshire, in Inghilterra. Anche se c’è una chiara analogia fra questo sito e quello di Stonehenge, qui non abbiamo megaliti. Un tempo c’erano, è sicuro, ma oggi tutto ciò che rimane è solo un largo fossato, che segna il circolo dell’henge, con una serie di blocchi in pietra, che servivano a mantenere eretti i megaliti, nessuno dei quali è affiorante.
Gli scavi sono partiti nel 2008 e si sono conclusi nel 2009. L’iniziativa di scavo si deve ai ricercatori dell’università della Sheffield University. Scoperti i resti di questa Stonehenge alternativa, a pochi chilometri dal più importante sito megalitico della preistoria, gli archeologi si sono subito concentrati sul particolare colore dei frammenti di pietre trovati nel sito. Il riferimento al blu del nome del monumento, infatti, rimanda al particolare colore delle poche pietre superstiti.
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Anche qui, ne siamo certi, i megaliti dovevano infatti essere in dolerite. Peccato che, delle grandi pietre che un tempo dovevano rendere spettacolare il monumento, oggi non ce ne rimanga nemmeno più una. Restano a disposizione soltanto ventisette buchi, che formano un grande cerchio di una ventina di metri.
Secondo i ricercatori West Amesbury Henge fu eretto circa cinquemila anni fa, dunque contemporaneamente a Stonehenge. Pare molto probabile che entrambi i monumenti facessero parte dello stesso complesso. Come due templi paralleli. Uno dedicato alla notte e alla vita dopo la morte (Stonehenge) e l’altro concepito come territorio dei vivi.
Ma come mai oggi Bluehenge non presenta più megaliti? I ricercatori pensano che i primitivi decisero a un certo punto di ingrandire Stonehenge, e per questo trasportarono i megaliti da Bluehenge al monumento principale.
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Sempre secondo i ricercatori i macigni di dolerite provenivano dal Galles. Quindi i neolitici hanno trasportato questi megaliti per almeno trecento chilometri prima di dar vita ai due siti monumentali. Forse i due monumenti paralleli segnavano l’inizio e il termine di un percorso rituale. I defunti venivano raccolti a West Amesbury Henge e poi trasportati a Stonehenge. Quindi è come se il primo sito fosse collegato alla vita, al giorno, alla dimensione terrena, e il secondo alla morte, ai misteri dell’aldilà.
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