Correre non fa venire solo il fiatone ad alcuni ma può provocare anche dolore, soprattutto nella zona del fianco destro. Sarà un problema al fegato? Sarà la milza? Scopriamo cosa dice la scienza!
In realtà la corsa andrebbe ad infastidire la zona dell’ipocondrio, cioè la parte superiore e laterale della cavità addominale. Passa in fretta questo dolore e si può spiegare in molti modi, anche se la parte acuta in cui si manifesta è solitamente fastidiosa e può bloccare di netto la corsa. Si può manifestare con una fitta al fianco destro o sinistro, che può essere espressione di:
1. Coliti.
2. Diverticoliti.
3. Coliche renali.
4. Cisti ovariche.
5. Malattia infiammatoria pelvica.
In medicina questa sintomatologia viene chiamata exercise related transient abdominal pain (ETAP) o dolore addominale transiente connesso all’esercizio fisico. Più semplicemente conosciuto come dolore in ipocondrio, in realtà non riguarda nessun organo in particolare e per questo c’è chi lo definisce un dolore democratico (può valere per qualsiasi parte del corpo e può capitare a tutti, anche ai più sportivi fra noi, n.d.r.). In effetti, colpisce circa i due terzi dei runner, manifestandosi solitamente durante le attività di:
In misura minore, colpisce anche chi pratica sport per professione ed è frequente in soggetti giovani. Purtroppo non si manifesta nello stesso modo, perché c’è chi lo percepisce nella parte destra del corpo e chi nella sinistra, quindi è difficile prevenirlo. Una delle cose ovvie da fare è comunque quella di cessare l’attività fisica se si sente un dolore forte.
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Difficile stabilire con precisione quali siano le cause che provocano questo tipo di dolore, perché potrebbero cambiare a seconda dello sport che si sta praticando. Per esempio, in alcune attività dove è richiesto un notevole dispendio di ossigeno (come la corsa e il nuoto), il dolore in ipocondrio potrebbe essere determinato da uno scarso afflusso di sangue che equivarrebbe a meno ossigeno per il diaframma.
Altri sport, invece, come l’equitazione non richiederebbero una quantità di ossigeno tale da giustificare un dolore del genere. Per questi motivi, fare una diagnosi generale è un’impresa ardua per un medico che dovrà, ogni volta, valutare una serie di variabili in base a chi si trova davanti e al tipo di attività praticata. L’unica cosa da fare, quindi, è quella di usare il buon senso, cercando di valutare e magari evitare certi comportamenti che potrebbero causare il dolore. Per esempio sarebbe utile ricordare:
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Alcuni medici sostengono che questo tipo di dolore possa essere correlato anche ad una sollecitazione fisica ai legamenti dei visceri (che mantengono nella loro posizione gli organi interni) e alla membrana che li ricopre. Questa ipotesi spiegherebbe il perché diverse persone percepiscono il dolore proprio dopo aver mangiato o bevuto.
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