Una designer ungherese attiva con uno studio ad Amsterdam ha cominciato a trasformare i capelli umani in tessuto. E non è un’idea così strampalata. Interpretiamola come una nuova prospettiva della moda, basata sui tessuti sostenibili…
Maglioni e vestiti fatti di capelli umani: l’idea della designer Zsofia Kollar
La designer Zsofia Kollar crea diversi tipi di tessuti strutturati e a fantasia utilizzando capelli umani. Un materiale di puro riciclo. Quanti chili di capelli vengono buttati ogni giorno dai parrucchieri e dai barbieri? Nessuno ha mai provato a fare una stima, ma è tacito che il materiale possa essere in qualche modo recuperato. Con il suo approccio originale e soprattutto etico, la designer ungherese Zsofia Kollar ha voluto allora creare una linea di abbigliamento con fibre organiche ottenute dai capelli. Se il pensiero di indossare un maglione fatto di capelli vi fa un po’ strano, se non addirittura ribrezzo, dovete sapere che dai capelli, la Kollar, ha preso solo la fibra, che poi diventa un tessuto.
Il progetto è rivoluzionario anche dal punto di vista ambientale. La produzione di tessuti è uno dei settori più inquinanti e meno sostenibili. Sì, i tessuti naturali sono riciclabili, ma la lavorazione e la coltivazione del cotone si basano sull’uso massiccio di sostanze tossiche e chimiche. Dunque perché non provare a sfruttare la risorsa dei capelli, che di solito finisce tutta nell’indifferenziata?
Dai capelli al filato
Secondo la Kollar, i capelli garantiscono qualità e massima sostenibilità. Il filato ricavato dai capelli è prodotto da un’azienda italiana, e si presenta come un materiale biodegradabile, cruelty-free e ben lavorabile. L’utilizzo di questa fibra ci porterebbe a sostituire almeno in parte quella di derivazione animale. Con i capelli, insomma, possiamo ridurre la domanda di cotone e di fibre sintetiche e offrire diverse soluzioni di consumo consapevole, non solo applicabile alla moda ma interessante anche per l’interior design e altri settori.
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I capelli di scarto, al contrario del cotone, non necessitano di trattamenti particolari. Secondo la designer, i capelli rivelano un rapporto resistenza peso simile all’acciaio, hanno una quantità di cheratina simile alla lana e possono essere stressati e allungati fino al 70% della loro iniziale dimensione senza spezzarsi. Incredibile, no?
Come si legge nel sito dell’azienda, l’idea è di creare un sistema locale applicabile poi anche a livello globale. Tutti i capelli tagliati che non possono essere donati per fare parrucche potrebbero essere raccolti dai parrucchieri e trasformati in filati sostenibili in laboratori autorizzati. Questa strategia annulla praticamente i costi, anche a livello di inquinamento, del trasporto.
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In verità i capelli sono già materiale di riciclo per molte produzioni. Con essi produciamo parrucche, pennelli, panni di filtraggio per materiali oleosi e inquinanti. C’è anche chi li utilizza per fertilizzare il terreno…