Ma quello sembra proprio Dante Alighieri! Ecco che cosa deve aver pensato la professoressa Giulia Ammaniti dopo aver individuato un uomo in rosso nell’affresco del pittore medievale Buonamico Buffalmacco sulle pareti nel Campo Santo di Pisa. È davvero lui? E allora perché è ritratto fra i dannati dell’inferno?
La professoressa Giulia Ammannati insegna Paleografia della Normale. Ed è lei la prima studiosa ad avanzare l’ipotesi che Dante Alighieri possa essere stato ritratto in un affresco pisano del Trecento. La dottoressa descrive la sua in un articolo sugli Annali della Scuola.
Ma perché il Sommo poeta compare tra le schiere dei dannati? A quanto pare, il cantore dell’inferno meritava, almeno per il pittore Buonamico Buffalmacco, di bruciare nelle fiamme eterne che puniscono i peccatori.
Nella sezione del Giudizio Universale degli affreschi, realizzati tra il 1336 e il 1341, vediamo dei grandi arcangeli impegnati a spingere verso l’inferno una folla di cattivissimi peccatori. E fra questi, c’è un uomo vestito di rosso dal naso aquilino e il piglio nervoso. Sì, quella figura assomiglia molto al Dante giottesco presente nella cappella del podestà del Palazzo del Bargello di Firenze.
L’ipotesi, tuttavia, non si basa solo sulle somiglianze fisionomiche. In pratica, Giulia Ammannati ha ricostruito il contesto storico-politico dell’epoca, a partire dall’acceso contrasto che opponeva guelfi e ghibellini (i sostenitori del Papato e dell’Impero) e varie città italiane. Non dimentichiamo poi la secolare inimicizia tra pisani e fiorentini… Insomma, il pittore Buffalmacco voleva lanciare un messaggio chiaro: non glorificate Dante, che era un barattiere (cioè un corrotto, che si arricchiva a spese della cittadinanza) e un eretico che si opponeva al papa.
Nel saggio politico De Monarchia, composto nel primo decennio del Trecento, Dante parlò di unità territoriale e si legò a posizioni filoimperiali. Ma per i pisani ciò era una bestemmia e un affronto. In quegli anni il loro amato arcivescovo Simone Saltarelli era stato costretto a rifugiarsi presso papa Giovanni XXII, ad Avignone, per scappare dall’invasione di Ludovico il Bavaro.
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Il nostro Buffalmacco era legato ai domenicani della città ed era pure un nostalgico di Saltarelli. Per questo pose il Poeta tra i dannati eterni. Ma Buffalmacco non era pisano, considereranno i meglio informati. Egli era fiorentino di nascita. Ciononostante odiava Dante con tutto il cuore. Inoltre, il pittore gotico era un tipo spiritoso e talvolta feroce, e non a caso Boccaccio lo rende protagonista di alcune sue novelle.
È verosimile: il volto dipinto dall’artista toscano è simile a quello riprodotto da Giotto. Buffalmacco poteva aver ammirato e studiato il ritratto dantesco al Bargello, oppure poteva aver intravisto di persona lo scrittore. Dante era conosciuto a Pisa, dato che aveva soggiornato in città negli anni di Arrigo VII. Ma chi è l’uomo che nell’affresco compare accanto a Dante?
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