Ormai gli scienziati sono più che pessimisti. Da più parti si levano gridi d’allarme: la fine della Terra è più vicina del previsto. Gli ultimi a farsi sentire sono stati gli scienziati del Politecnico di Zurigo che hanno lanciato l’allarme sulla velocità di raffreddamento del pianeta Terra.
La Terra si sta raffreddando troppo presto: la fine è vicina?
Ebbene, la fine della Terra potrebbe essere più vicina di quello che ci si aspettava. Una conclusione così nefasta e allarmante proviene da studiosi che sanno il fatto loro: gli scienziati del Politecnico di Zurigo. A preoccupare è il nucleo del nostro pianeta, che si starebbe raffreddando un po’ troppo e troppo in fretta.
Il raffreddamento è un processo naturale, che viene tenuto costantemente sotto controllo, dato che è un valore indicativo per il nostro futuro. Dalla temperatura del nucleo dipende la nostra sopravvivenza futura.
Conduttività termica
Perciò alcuni ricercatori del Politecnico di Zurigo hanno firmato un articolo comparso che tratta la questione sulla rivista scientifica Earth and Planetary Science Letters. La Terra morirà prima del previsto? Per gli scienziati è così: il ritmo di raffreddamento è più veloce di circa una volta e mezzo rispetto a quanto registrato negli studi precedenti. Una differenza che è piccola solo all’apparenza.
Conosciamo bene la struttura interna del nostro pianeta: la crosta esterna è solida, il mantello è più viscoso, il nucleo esterno è liquido o semi-liquido e il nucleo interno dovrebbe essere solido. Tra questi strati, ultimamente, c’è uno scambio troppo veloce di calore.
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La conduttività termica tra il mantello del nostro pianeta e il nucleo è superiore di una volta e mezza in confronto a quanto calcolato poco tempo fa. L’osservazione è stata confermata da esperimenti e studi comparati. Ecco perché il dato sembra così preoccupante. Un’analisi su vari materiali presenti nello stadio intermedio della Terra conferma lo sviluppo incontrollato di questa conduttività.
La bridgmanite
I ricercatori si sono concentrati sulla conduttività termica di un minerale che compone fino al 93% del mantello inferiore al di sopra dei duemilasettecento chilometri. Questo minerale è la bridgmanite. La misura della sua conduttività è stata ottenuta riproducendo in laboratorio le condizioni di pressione e temperatura che prevalgono all’interno della Terra. Il metodo di valutazione utilizzato calcola il livello di assorbimento ottico di recente sviluppo in un’unità diamantata riscaldata con un laser pulsato.
L’evoluzione della Terra dipende dal suo raffreddamento. In origine il nostro pianeta era ardente: un mondo ricoperto da oceani di magma incandescente. Dopo miliardi di anni la superficie terrestre si è raffreddata dando luogo a una crosta, mentre l’enorme energia termica emanata dall’interno ha provocato processi dinamici come la convezione del mantello, la tettonica delle placche e il vulcanismo.
Molti materiali dello stato intermedio, infatti, sono in grado di condurre calore e qui di di trasferire energia, dal basso verso l’alto. Ma il problema, ora, è rappresentato dal loro raffreddamento repentino. Il processo è ineluttabile: la Terra deve raffreddarsi, continua a perdere calore da milioni di anni. Tuttavia non credevamo che potesse farlo così velocemente, avviandosi a una precoce fine.
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La velocità vertiginosa di questo processo innesca eruzioni vulcaniche e movimenti improvvisi delle placche tettoniche. E, una volta che il nucleo sarà completamente freddo, il nostro pianeta morirà. O almeno non sarà più ospitale. Diventerà come Marte.