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Alimentazione

Cibo, più ne mangi meno ne mangeresti.

Published by
Daniela Gécchele

A chi non è mai successo di mangiare per troppo tempo lo stesso cibo e poi di non riuscire più nemmeno a mandarne giù un boccone? Anche se è uno dei nostri alimenti preferiti, potremmo anche non volerne più! 

Cibo, più ne mangi meno ne mangeresti – curiosauro.it

Cibo e scienza

Sono i dati scientifici ad affermarlo chiaramente: se mangiamo grandi quantità dello stesso cibo per un certo tempo, alla fine non lo troveremo più tanto gradevole. Che si tratti di assuefazione o di una certa nausea, per noi quell’alimento diventerà insopportabile!

I dati dimostrano che la sensazione di piacere che si prova ingerendo il primo boccone di cibo tende a scemare, tanto che i bocconi successivi saranno sempre meno gradevoli dei precedenti. Questo accade anche con le porzioni nel piatto: più sono grandi e meno piacere si ricava dagli ultimi morsi.

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Troppo cibo

Un esperimento che dimostra quello di cui stiamo parlando. Alla Stanford University un gruppo di volontari si è sottoposto all’assaggio dei cracker per valutare quanto fossero gradevoli. I risultati hanno evidenziato che:

  1. Coloro che assaggiavano quindici cracker trovavano meno gradevoli gli ultimi bocconi.
  2. Quelli, invece, che ne mangiavano solo tre, li trovavano piacevoli in egual misura.

Anche le porzioni sono importanti, perché più sono piccole più aumenta il senso di fame. Questo è dato dal cosiddetto effetto recency che accade quando le informazioni più recenti, come le ultime parole di un discorso o gli ultimi bocconi di cibo (per rimanere sul pezzo, n.d.r.), vengono ricordate meglio.

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Il piacere che diminuisce

Proprio a causa dell’effetto recency, tendiamo quindi a ricordare il gusto degli ultimi bocconi ingeriti, cosa che va ad interferire con il ricordo del piacere provato a inizio pasto. In pratica, più mangiamo cibo che ci piace e meno lo troveremo di nostro gradimento in futuro, almeno per un po’ di tempo.

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Oltre che per il gusto, le porzioni troppo abbondanti interferiscono anche con l’apporto calorico e di conseguenza con il mantenimento della forma fisica. L’Università di Cambridge ha promosso uno studio su 6.711 partecipanti che ha dimostrato che, se si diminuissero le misure delle stoviglie e la grandezza del packaging che contiene il cibo, il consumo giornaliero di calorie calerebbe del 16% in Gran Bretagna (con una corrispondente riduzione di 279 kcal), e del 29% negli Stati Uniti (527 kcal).

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Daniela Gécchele

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