A Roma, in via Tiburtina, è stato scoperto un ponte romano di età repubblicana. Secondo la Soprintendenza dei beni culturali la scoperta è di grande rilevanza…
Gli archeologi stanno già studiando i resti di un ponte romano di età repubblicana di recente spuntati in via Tiburtina, a Roma, all’altezza del dodicesimo chilometro. Il ponte, molto antico, attraversava il Fosso di Pratolungo, ossia il piccolo e inquinatissimo affluente del fiume Aniene, che tuttora è parzialmente interrato sotto l’area. Anzi, vi è anche un problema di contaminazione della falda acquifera: il Fosso si riempie di acque reflue e di scarichi privati e con ogni pioggia forte viene su dai tombini.
E dire che gli studiosi avevano già contezza di questo ponte… La cartografia storica di età rinascimentale descrive ripetutamente la presenza di un ponte antico sul Fosso di Pratolungo. Eppure l’archeologia non aveva mai, almeno fino a oggi, scoperto le tracce di questa importante struttura di età romana.
Siamo di fronte a una scoperta eccezionale, sulla quale ci possiamo anche sbilanciare con una prematura datazione. Tutti i ritrovamenti ceramici e il tipo di muratura in grandi blocchi di tufo sembrano infatti indicare che il ponte fu edificato in età medio-repubblicana. L’antica struttura permetteva ai romani di attraversare il Fosso Di Pratolungo. Già ai tempi della Roma repubblicana la via su cui insisteva questo ponte si chiamava Tiburtina. L’antichissima strada aveva questo nome perché congiungeva la Capitale a Tibur, cioè all’attuale Tivoli.
In tempi antichi questa corsia era una via di transumanza. Poi, con lo sviluppo di Roma, divenne un’arteria importante, che collegava il centro di Roma con il territorio degli Equi. Il Senato volle successivamente che questa strada fosse allungata fino ad arrivare sul mare Adriatico.
A sistemare e pavimentare la strada fu il console Marco Valerio Massimo Potito attorno al 286 a.C., ed è per questo che la via cambiò nome: divenne via Valeria. La congiunzione con Pescara arrivò nel 49 d.C. e prese il nome di via Claudia Valeria.
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Il rinvenimento del ponte è avvenuto durante i lavori di allargamento di via Tiburtina, dove ora ha sede la famosa stazione ferroviaria: la seconda più grande della città. Da prassi, sono partite le indagini di archeologia preventiva della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, e così qualcuno si è accorto del ponte.
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Gli scavi sono ancora in corso. A condurli c’è Fabrizio Santi, archeologo della Soprintendenza Speciale di Roma. E con lui collaborano le archeologhe Mara Carcieri e Stefania Bavastro della Land Srl. Che fine farà il ponte è difficile da immaginare… Verrà lasciato sottoterra? Verrà smontato e rimontato altrove? Sarà esposto ai passanti? Nascosto? Più che dalla volontà degli archeologi, il destino dello scavo dipenderà dalle esigenze della viabilità.
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