Scogli vulcanici affioraro sul lungomare di Sabaudia grazie a delle violente mareggiate. Ma non sono certo scogli come altri. Sono tracce dell’antichissimo vulcano dei Colli Albani.
Non abbiamo ancora la certezza scientifica ma è molto probabile che gli scogli emersi a Sabaudia nelle scorse settimane siano formazioni piroclastiche che testimoniano la presenza del vulcano preistorico. Quegli scogli erano già stati notati più volte dai gestori e dagli avventori di un chiosco durante la scorsa estate. Ora le rocce non sono più evidenti per via dell’alta marea ma ormai la loro esistenza è stata documentata anche da esperti. I geologi hanno già raccolto dei campioni.
Le forti mareggiate di novembre e di dicembre 2021 hanno eroso metri e metri di spiaggia. Tutto il litorale si è abbassato e ritirato. E così abbiamo visto spuntare questi scogli, mai segnalati in precedenza. Le formazioni si rivelano nel tratto di arenile in vicinanza del poligono di tiro.
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I geologi si sono messi al lavoro per verificare l’origine dei materiali venuti alla luce. E molto probabilmente si tratta di strati di tufo dovuti alle emissioni del vulcano dei Colli Albani, di cui in passato sono state trovate tracce nei versanti dei valloni che solcano il territorio tra le località di Sant’Andrea e Sacramento.
Con ogni probabilità saranno effettuati ulteriori accertamenti in futuro, allorché la scogliera emergerà nuovamente dalla sabbia, dato che ora è di nuovo svanita.
Abbiamo a che fare con agglomerati precedenti alla formazione della duna. Dunque sono rocce antichissime. Forse risalenti al Paleolitico, ossia al periodo preistorico a cui risalgono le prime tracce di presenza umana nel territorio del Circeo.
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Il grande vulcano dei Colli Albani era uno dei crateri più vasti d’Italia. Secondo alcuni controversi studi recenti si pensa che abbia eruttato fino a cinquemila anni fa, provocando esondazioni del lago che lo copriva in parte e violenti Lahar. Secondo alcuni storici l’attività vulcanica potrebbe essere continuata fino alla soglia del IV secolo a.C.. Tali date sono però state messe più volte in discussione.
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C’è chi nega con fermezza l’esistenza di eruzioni vulcaniche durante l’Olocene. In questo senso le esondazioni non sarebbero collegate alla natura vulcanica della zona. I geologi hanno prove concrete solo di attività eruttive risalenti a circa trentaseimila anni fa.
Il vulcano laziale è quiescente. In passato ha avuto fasi di riposo di trentamila o quarantamila anni fra una fase eruttiva e un’altra. Quindi potrebbe risvegliarsi.
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In realtà, attualmente, il vulcano dei Colli Albani mantiene una discreta attività marginale: emette materiale gassoso tossico, comporta deformazioni nel terreno e deboli scosse sismiche. Ci sono stati terremoti nel 1829, nel 1899 e nel 1927.
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