Nelle viscere dei nostri vecchi smartphone sono nascoste componenti in oro, palladio, argento e rame. Lo sapevate? Ecco perché molti progetti cercano di recuperare gli obsoleti e dimenticati dispositivi elettronici prima che finascano al macero. L’idea è quella di riciclare questi materiali preziosi…
Un progetto dell’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) cerca di impegnarsi nel riciclo delle preziose materie prime contenute nei vecchi smartphone. In ogni vecchio telefonino, infatti, ci sono parti, seppur piccole, di oro, argento e rame che non possono essere buttate o dimenticate. Considerando che gli smartphone sono tra i dispositivi tecnologici più diffusi al mondo, in giro c’è un sacco di oro da recuperare.
Bisogna poi mettere in conto che l’estrazione e la lavorazione di questi materiali è parecchio dannosa per l’ambiente. Riuscire a riciclare l’oro, il palladio e il rame potrebbe essere indispensabile.
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Più della metà dell’intera popolazione mondiale possiede infatti uno smartphone. E questi apparecchi (come anche i computer) contengono schede elettroniche realizzate con circuiti in rame, palladio, oro e argento. Cioè delle materie prime nobili e costose. Recuperarle sarebbe altamente remunerativo. Ma non solo. Sarebbe importante riciclarle anche per una questione ambientale.
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Vista la frequenza con la quale ogni utente sostituisce il proprio telefonino con uno più moderno, diventa importante organizzarsi per non far arrivare queste risorse al macero. I metalli preziosi possono e devono essere recuperato, riciclati.
Secondo gli esperti del settore, da una tonnellata di schede si riescono a recuperare quasi trecento grammi d’oro, trecentocinquanta grammi di argento e ben centotrenta chilogrammi di rame.
Per motivi economici e ambientali, non possiamo più permetterci di buttare via questi metalli. È anche una questione morale. Ecco perché nella Regione Lazio, grazie a un nuovo progetto promosso dall’Enea, si sta organizzando una procedura per poter recuperare ingenti quantità di metalli preziosi.
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Solo in Italia ogni anno si producono almeno ottantamila tonnellate di rifiuti tecnologici. E tra questi rifiuti c’è anche dell’oro! Ecco perché l’Enea ha lanciato il progetto Portent. I device obsoleti possono essere interpretati come miniere di materiali da recuperare per realizzare nuovi prodotti. Grazie alle nuove tecnologie disponibili possiamo riciclare oltre il 96 per cento dei metalli preziosi presenti nei vecchi dispositivi. Sarebbe stupido e dannoso non intervenire.
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Tutte le Regioni dovrebbero partire al più presto con iniziative simile, sull’esempio del Lazio. A nessuno conviene sprecare risorse, buttare materiali preziosi e continuare inutilmente a inquinare.
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