Lo sospettavamo, ma ora il dato è ufficiale e scientificamente accertato: i cambiamenti climatici influenzano la pesca. Ovviamente in negativo…
Come i cambiamenti climatici distruggeranno la pesca
I pescatori lo hanno intuito da tempo. Ma ora la scienza ha messo definitivamente in chiaro la situazione. A causa dei cambiamenti climatici sempre più pesci migreranno. Molte regioni marine si svuoteranno. I pesci dei mari caldi si sposteranno verso le zone temperate, e lì entreranno in competizione con le specie autoctone. Inoltre, le coste sono destinate a perdere la grossa parte della loro popolazione ittica. E così moltissimi Paesi (Italia compresa) dovranno trovare nuovi accordi sui diritti di pesca per spingersi sempre più a largo. La paura è che le acque più basse, dove si concentrano molti tipi di pesca, si svuoteranno.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono molteplici e tutte preoccupanti. Tra queste c’è anche lo spostamento delle specie marine a causa del riscaldamento degli oceani. Uno studio pubblicato su Global Change Biology ha indagato a fondo sul tema. Secondo le proiezioni dei biologi entro il 2100 gli effetti dei cambiamenti climatici porteranno alla scomparsa o alla migrazione di quasi la metà dei pesci che ora nuotano in una o più zone economiche esclusive (ZEE, la porzione di mare adiacente alle acque territoriali).
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Moltissime specie, infatti, stanno già migrando dai propri habitat storici. Una situazione del genere comporta anche problemi economici e politici. La scarsità di pesci rischia di creare seri conflitti internazionali.
Migrazioni inarrestabili
La ricerca ha tracciato gli spostamenti dal 2006 di oltre novemila risorse ittiche transfrontaliere. Ovvero pesci che attraversano le ZEE di due o più Stati vicini. Queste risorse rappresentano l’80% di ciò che viene pescato nelle ZEE di tutto il mondo, da questi dati, i biologi hanno ricavato delle proiezioni. Da qui arrivano delle stime fino al 2100. È emerso qualcosa di inquietante.
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Entro il 2030, se non si farà nulla per ridurre le emissioni di gas serra, il 23% di queste risorse ittiche non vivrà più nel proprio habitat storico. In più, il 78% delle ZEE sarà interessato dallo spostamento di almeno una risorsa ittica.
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Entro il 2100 queste percentuali saliranno vertiginosamente. Vedremo infatti la migrazione del 45% delle risorse e il coinvolgimento dell’81% delle ZEE. E quando molte delle risorse ittiche condivise tra Paesi migreranno, la maggior parte degli accordi per la gestione della pesca fatti per regolare le risorse ittiche condivise salteranno. I pescatori si spingeranno a largo e saranno costretti a invadere i territori di altre nazioni.