Vi siete mai domandati per quale meccanismo biologico le regine degli insetti riescono a vivere di più? Insomma, come fanno le regine delle api, delle termiti e delle formiche a violare le leggi dell’invecchiamento?
Le regine sono al vertice di complesse strutture sociali di colonie di insetti. Lo vediamo nelle api, nelle formiche e nelle termiti. Talvolta questi individui riescono a sopravvivere per anni, anche decenni, nonostante i membri delle loro colonie, le operaie, muoiano nel giro di pochi mesi. Eppure la vita della regina non è facile: deve lottare per imporsi, resistere ad assalti e poi deporre migliaia di uova al giorno.
Un articolo pubblicato su Knowable spiega che all’interno delle colonie esiste una forte pressione selettiva. Il contesto è tutto orientato alla sopravvivenza della regina: un individuo forte e allevato per resistere a lungo. In base alla somiglianza genetica fra la matriarca e le operaie, la scienza non riesce infatti a spiegarsi ancora come facciano le regine a vivere così a lungo. Forse allora c’entra appunto il contesto, la qualità della vita di cui gode la matriarca. E questo benessere è garantito dalla colonia. Per quale motivo? Per pura sudditanza? No, per convenienza. Infatti, le operaie sanno che la conservazione della loro specie e la continuità dei propri geni dipendono dal benessere della matriarca. Eppure l’impegno e gli aiuti esterni della colonia non bastano a spiegare la longevità di questi insetti.
Prendiamo l’esempio dell’ape regina. Quest’insetto adulto e fertile regna su una colonia d’api in quanto madre di tutti gli individui presenti nell’alveare. Questa regina si sviluppa da una larva selezionata dalle api operaie e nutrita con pappa reale. Quindi, la monarca è selezionata e allevata per diventare forte e sessualmente matura.
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Molte volte, all’interno della famiglia d’api, è l’unico individuo fertile. Assecondando la legge dell’evoluzione, le api scelgono la larva che sembra più adatta: la più bella, la più grossa. Poi le forniscono per un lungo periodo di tempo la pappa reale, ovvero una secrezione delle ghiandole presenti sul capo delle giovani operaie.
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Così la regina si sviluppa in una cella: la cella reale, appositamente costruita, che è più grande delle celle ordinarie e orientata verticalmente. Questo spazio più comodo influisce di sicuro sulla qualità della vita dell’ape regina. Di norma, le operaie non allevano una sola larva regina: ne pongono in coltura diverse. Poi una sola s’imporrà. Come? Le neonate regine vergini, emerse da alcune celle coperte di cera, raggiungono e uccidono le regine rivali che sono ancora all’interno della loro cella. Quindi, è questa selezione iniziale che rende la regina può forte e longeva. Per il resto una regina non dimostra grosse differenze da un’operaia. Sì, l’addome dell’ape regina è visibilmente più lungo di quello delle operaie, ma gli apicoltori sanno che è difficile rintracciare questo individuo, soprattutto in sciami di decine di migliaia di api. Lo stesso succede per formiche e termiti. In queste specie l’unica differenza è che le regine sono dotate di ali fino al volo nuziale.
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