Marte | Curiosity scava ancora e trova tracce di carbonio marziano

Scoperti mix di isotopi di carbonio 12 e carbonio 13 causati da una possibile attività biologica

Nonostante le molte domande e le poche risposte, il Rover Curiosity continua a scavare. Si ricercano tracce di vita sul Pianeta Rosso. Ma i processi di formazione di questo pianeta potrebbero essere stati diversi rispetto alla Terra in tutto e per tutto. Eppure sono state ritrovate prove di carbonio 12 e 13. Questo dato fa ben sperare per la vita su Marte…

Sul PNAS pubblicata la ricerca che pone sul piatto tre ipotesi

Lo studio – pubblicato sul PNAS – ha riportato valori isotopici di carbonio 14 di metano. Carbonio rilasciato – come si legge nell’articolo –  durante la pirolisi di 24 campioni di polvere nel cratere Gale. Un mix di elementi riaccenderebbe la speranza sulla possibile esistenza di vita su Marte. Tre le ipotesi degli scienziati: metanotrofia marziana, polvere interstellare o riduzione abiotica di CO_{2 .}

I ricercatori pongono un punto interrogativo su metano-trofia marziana, polvere interstellare, riduzione abiotica di CO₂

Ipotesi 1| Metano-trofia marziana: il carbonio impoverito associato a una paleo-superficie trova – per la Terra – la spiegazione nella “metano-trofia microbica che converte il metano in biomassa”. Microbi che avrebbero convertito il metano in carbonio. Purtroppo per questa ipotesi non ci sarebbero ancora prove sedimentologiche di materiale organico di tali microbi, molto probabilmente tracce ri-depositate sulla paleo-superficie.

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Ipotesi 2| Polvere inter-stellare: polvere molecolare contenuta in un’enorme nube avrebbe trasportato i depositi di carbonio rinvenuti su Marte. Insomma si tratterebbe di polvere interstellare – di cui moltissime molecole, anche altamente volatili, sono già note.

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Ipotesi 3| Riduzione abiotica di CO2: come si legge sulla ricerca “la CO ₂ verrebbe convertita in materiale organico a-bioticamente e quindi potrebbe portare a materiale organico impoverito di ¹³ C associato a una paleo-superficie”. Si tratta di riduzione fotochimica ovvero la riduzione di CO2 attraverso i raggi ultravioletti.