Due meravigliose sfingi in pietra calcarea rinvenute nel tempio funerario del faraone Amenofi III
Ottime notizie dal mondo dell’archeologia. In Egitto sono state portate alla luce due sfingi, rappresentazioni della dea Sekhmet e alcuni resti di pareti e colonne variamente decorate. Un sodalizio archeologico quello tra il Ministero delle Antichità Egizio e l’Istituto Archeologico Tedesco che ha dato i suoi frutti durante la recente stagione archeologica.
Due colossi ritrovati durante la restaurazione del tempio dei “migliori di anni”
La missione archeologica egizio-tedesca è stata guidata dall’egittologo Hourig Sourouzian. Un team di esperti ha portato alla luce tracce di due sfingi nel “tempio dei migliori anni”, il massiccio funerario dedicato ad Amenolfi III. Le sfingi – dall’altezza di 8 metri – con un copricapo di mangusta, barba e grossa collana al collo. Sul torace, dopo le operazioni di politura, è stata decifrata un’iscrizione la frase “l’amato di il dio Amon-Ra” indicante il nome reale di Amenhotep III. Ma non è tutto. Sono stati rinvenuti anche tre busti della dea Sekhmet in granito nero e alcune iscrizioni. Insomma una scoperta ricca di ritrovamenti.
Sfingi a protezione delle piramidi e augurare un sereno aldilà ai faraoni
Non è la prima volta che ritroviamo associata la sfinge alle piramidi egizi. Questi monumenti “mostruosi” hanno infatti un significato ben preciso.
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Esse venivano poste nei pressi delle camere funerarie dei grandi faraoni egizi. Queste sculture di pietra calcarea sono costituite da un mix di connotati umani e animali. Tra gli animali ritroviamo il leone, la capra e il falco.
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Una delle sfingi più famose è alta 20 metri ed è lunga 73 metri. Si tratta della Grande Sfinge della necropoli di Giza.