Big Bang, trovate tracce di particelle “X” nel plasma di quark e gluoni

Un passo avanti che rende più vicina a scoperta di particelle presenti in abbondanza nell’universo primordiale

Big Bang, trovate tracce di particelle "X" nel plasma di quark e gluoni - curiosauro.it - 02022022
Big Bang, trovate tracce di particelle “X” nel plasma di quark e gluoni – curiosauro.it

Il Big Bang è l’evento avvenuto 13,7 miliardi di anni fa che, secondo la scienza, sta all’origine di tutto. Un’esplosione che ha riempito in pratica l’universo vuoto. Il “grande scoppio” avvenuto in un tempo “zero”. In quel momento chiamato “caos” si sarebbero scontrate tra di loro due tipi di particelle: quark e gluoni. Dallo scontro si sarebbero formate delle particelle ancora non note definite con l’incognita “X”. Ed è proprio di queste ultime che si sono trovate tracce…

Il MIT ha setacciato oltre 13 miliardi di collisioni di ioni pesanti che hanno prodotto innumerevoli particelle cariche

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I fisici del Laboratory for Nuclear Science del MIT hanno setacciato a fondo oltre 13 miliardi di collisioni di ioni pesanti. Questi hanno prodotto una grande quantità di particelle cariche che hanno portato alla luce circa 100 particelle di tipo “X”. Questa di sicuro una scoperta formidabile che potrebbe portare maggiori e più precise informazioni sugli attimi e le particelle coinvolte poco dopo il Grande Scoppio.

Plasma, non solo protoni, neutroni e quark, ecco le particelle “X”

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Entro i primi secondi dallo scoppio primordiale (con precisione entro 10 alla meno 6 secondi) si sono formati i primi quark.

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Quark che sono le sub-particelle più piccole di neutrone e protone. Non tutte le particelle sono composte da quark (gli stessi gluoni non lo sono). Le particelle X (3872) – il valore tra parentesi si riferisce alla massa – sono state scoperte per la prima volta nel 2003 dall’esperimento Belle. Ora sono state rinvenute grazie a collisioni pesantissime tra atomi di piombo che, riscaldandosi, hanno dato origine a tante particelle molto difficili da setacciare.

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Gli scienziati hanno individuato in conclusione 100 di tali particelle. A tal proposito: «È quasi impensabile poter estrarre – ha affermato Lee, uno scienziato del MIT-  queste 100 particelle da questo enorme set di dati»

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