Ormai da mesi è in corso il dibattito fra chi sia più contagioso tra i vaccinati e i no vax. I dati medici stanno tentando di dare una risposta univoca, e già si è notato che la differenza sta nei tempi di rilascio del virus. Riusciremo stavolta ad arrivare al nocciolo della questione?
Chi è il più contagioso del reame?
I primi dati alla mano dimostrano che tra i vaccinati che si contagiano c’è un rischio ridotto di diffondere il virus, perché riescono a rilasciarlo in un periodo più breve. I medici insistono, infatti, nel ribadire il concetto che il vaccino non ha lo scopo di far evitare la malattia (ci si ammala anche se vaccinati n.d.r.), ma il suo obiettivo principale è quello di far sì che il virus non provochi danni gravi nei soggetti che si infettano (come la terapia intensiva o la morte).
In uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, è stato dimostrato che l’infettività della variante Delta non sarebbe dovuta all’alta produzione virale nei malati. Questi, infatti, sembrano avere la stessa quantità nel corpo nonostante la mutazione del virus. La ricerca ha analizzato 19.941 campioni virali del virus in 173 persone per 8 mesi e mezzo.
Chi contagia di più?
Gli studiosi analizzando i tempi di rilascio dall’organismo del Covid hanno determinato che:
- Nei vaccinati le infezioni si risolvono più velocemente, più o meno in 6 giorni.
- Nei no vax, invece, i giorni possono arrivare anche a 8/10.
- I vaccinati e i no vax si infettano in egual modo solo nella fase iniziale dell’infezione.
Un altro studio, poi, ha evidenziato il rapporto tra genitori vaccinati e figli piccoli (al di sotto dei 5 anni) ancora non vaccinabili (questo dato si riferisce più o meno ad un anno fa, quando ancora non era prevista la vaccinazione per i più piccoli n.d.r.). Questa ricerca ha analizzato gli effetti protettivi indiretti del vaccino che, in qualche modo, hanno tutelato i piccoli dal contagio Covid-19.
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L’infezione tra genitori e figli
Lo studio ha confrontato i nuclei familiari in cui almeno uno dei genitori era vaccinato, con quelli in cui non era stato effettuato alcun vaccino. L’analisi è stata ripetuta sia dopo il completamento del primo ciclo vaccinale (prima e seconda dose fatte) sia dopo l’esecuzione della terza dose. Dai dati è emerso che:
- Quando almeno uno dei genitori si vaccina, il rischio di contrarre l’infezione per il bambino cala in media del 26%.
- Quando a vaccinarsi sono entrambi i genitori il rischio crolla fino al 71,7%.
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Si può affermare senza alcun dubbio, dicono i ricercatori, che il vaccino abbia degli effetti indiretti che vanno tenuti in forte considerazione. Innanzitutto, se i genitori si proteggono i bambini incontrano un rischio minore di contatto con persone infette. In più, anche nel caso in cui un genitore vaccinato si infettasse, la vaccinazione andrebbe comunque a ridurre l’infettività, e la possibilità che l’adulto trasmetta il virus al bambino.