Per anni si era guardato con speranza a un meteorite di origine marziana. Sul sasso ALH 84001 si credeva infatti di aver scoperto tracce di vita provenienti dal pianeta rosso. Un nuovo studio rivela tuttavia che le sostanze organiche presenti sul meteorite non sono compatibili con ciò che ci aspettavamo.
La storia di ALH 84001
ALH 84001 è il nome ufficiale dato al corpo Allan Hills 84001, è un meteorite recuperato nella zona delle Allan Hills, in Antartide, nel dicembre 1984. A trovare la roccia (pesante poco meno di due chili) fu Roberta Score, membro di una squadra di cercatori di meteoriti statunitensi impegnati nel progetto ANSMET. Si è a lungo supposto (e lo si pensa ancora) che ALH 84001 provenga dal pianeta Marte.
Il colpo di scena arrivò nel 2005, quando Vicky Hamilton della Università delle Hawaii a Manoa analizzò il meteorite utilizzando le informazioni provenienti dal Mars Global Surveyor e dal Mars Odyssey (due sonde che attualmente orbitano attorno a Marte). Secondo quelle ricerche, il meteorite dovrebbe provenire dai canyon Eos Chasma, localizzati nella Valles Marineris. La roccia sarebbe caduta sulla Terra tredicimila anni fa.
Già da tempo alcuni ricercatori credevano che la roccia presentasse alcune sostanze sospette: forse tracce organiche, ossia composti degli elementi che sono alla base della vita, come il carbonio, l’idrogeno, l’ossigeno, l’azoto e lo zolfo. L’idea era quella che queste tracce potessero essere prodotte solo da organismi viventi. Qualcuno ipotizzò di trovarsi di fronte a dei microscopici fossili di organismi extraterrestri.
La prova dell’esistenza dei marziani?
Anche la Hamilton lasciò intendere che il meteorite poteva effettivamente contenere tracce organiche, depositate attraverso la polvere che batte costantemente i canyon marziani. Ma ora la lunga illusione si è spenta. Un gruppo di ricerca del Carnegie Institution for Science di Washington è tornato su quel campione e ha chiesto alla NASA di poterne analizzare una sottilissima sezione. Lo studio si è svolto attraverso tecnologie più aggiornate e affidabili, tra cui l’imaging su nanoscala, l’analisi degli isotopi presenti nella roccia e la spettroscopia.
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I risultati non lascerebbero ombre di dubbio. Le caratteristiche riscontrate all’interno di ALH 84001 possono dipendere da processi non biologici. Succede lo stesso anche sulla Terra, dove molecole composte da carbonio non possono sempre essere definite come prove di presenza di vita. Possiamo spiegare questi composti come materiali organici che sono stati prodotti in una salamoia che conteneva anidride carbonica. Questa anidride carbonica, probabilmente, attraversava le rocce magmatiche.
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Questo particolare fenomeno si chiama serpentinizzazione. Si ottiene quando particolari rocce ignee (formatesi dalla solidificazione di lava o magma) ricche di ferro e di magnesio vengono a contatto con acqua circolante.