La storia di Lina Medina è famosa nella letteratura medica, e non solo. Questa bimba, nata in Perù nel 1933, è la più giovane umana ad avere partorito un figlio vivo. Lina concepì infatti un infante nel 1939 all’età di cinque anni.
La madre più giovane del mondo: Lina Medina
La bambina aveva rivelato un’anomala dilatazione dell’addome. Perciò i genitori, Tiburcio Medina e Victoria Loza, la portarono subito all’ospedale San Juan de Dios di Pisco, in Perù, nel sospetto che potesse trattarsi di una formazione tumorale. Costernati, i medici stabilirono che la bimba era al settimo mese di gravidanza. Il dottor Gerardo Lozada, incredulo, deciso di far confermare la gravidanza da alcuni specialisti a Lima. Quando la notizia divenne di dominio pubblico, in Perù arrivarono giornalisti da tutto il continente.
Alcune televisioni offrirono alla famiglia migliaia di dollari per poter riprendere il parto. Ma le offerte furono respinte. Secondo alcune testimonianze, il dottor Lozada aveva girato un filmato di documentazione scientifica sul caso, e lo aveva mostrato a dei giornalisti. Ma pare che queste pellicole siano cadute in un fiume, e che siano andate così distrutte. Sei settimane dopo la diagnosi, Lina Medina diede alla luce un bambino con taglio cesareo. Aveva cinque anni, sette mesi e ventuno giorni. Divenne così la persona più giovane nella storia a partorire. Il parto cesareo era necessario: il suo bacino era troppo piccolo per sostenere un parto naturale. Durante il parto, i medici hanno scoperto che Lina aveva organi sessuali completamente maturi. Aveva cinque anni ma era già donna. In medicina si parla di pubertà precoce. Secondo la ricerca condotta sulla paziente, la bimba aveva mestruazioni regolari dall’età di tre anni.
Il figlio di Lina
Il figlio di Medina pesava due chili e sette. Gli fu dato il nome di Gerardo. Il piccolo crebbe pensando che Medina fosse sua sorella maggiore. Fu informato che era sua madre solo all’età di dieci anni.
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Alcuni studi hanno dimostrato che le ragazze che hanno subito abusi sessuali possono presentare la condizione chiamata pubertà precoce. Ma chi era il padre del bambino? Sappiamo che il medico denunciò il padre di Lina, sospettando che fosse stato lui ad abusare della bambina. La polizia non trovò prove per arrestarlo. Più tardi i sospetti caddero su un cugino della madre, malato di mente. Ma anche in quel caso non si trovarono prove.
Sebbene sia stato ipotizzato che il caso fosse una bufala, numerosi medici nel corso degli anni hanno verificato il parto. Esistono biopsie, studi ai raggi X dello scheletro fetale in utero e fotografie scattate dai medici che sono prove inconfutabili.
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Così, il caso venne archiviato. Secondo alcuni antropologi, in quelle zone del Perù l’incesto e gli abusi sui minori non sono eventi rari: esistono alcune antiche feste religiose in cui gli stupri sono “tollerati”. Anche sui minori.