Una data che negli USA tutti ricordano o conoscono: il 22 novembre 1963. In quel giorno, a Dallas, veniva assassinato il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. Proviamo a ricostruire le ultime ore del presidente, prima della tragedia.
Secondo i rapporti ufficiali dello Stato americano John F. Kennedy venne ucciso alle 12:30 da Lee Harvey Oswald. Il presidente fu colpito da alcuni proiettili mentre si trovava a bordo di una vettura scoperta per una visita istituzionale a Dallas. Aveva appena quarantasei anni ed era uno degli uomini più amati e rispettati del mondo. Ciononostante, aveva anche molti nemici, dentro e fuori gli Stati Uniti.
Dopo tanti anni, in pratica, sappiamo ancora poco su quell’omicidio. E dietro la tragedia si è sviluppata una coda pressoché infinita di sospetti, accuse e rancori. Ecco perché si ripete spesso che quel giorno, ovvero il 22 novembre del 1963, l’America perse la sua innocenza.
Dunque, alle 12:30 ora locale (in Italia erano quindi le 19:30), Kennedy stata attraversando la Deadley Plaza a bordo di una limousine. Viaggiava con la moglie Jacqueline, il governatore John Connally (anche lui ferito gravemente) e la moglie di quest’ultimo. I membri dello staff presidenziale sembravano tutti in apprensione. Già in passato Kennedy si era dimostrato un po’ incosciente: si era avvicinato troppo alla folla e non aveva seguito i protocolli di sicurezza. Alcune informazioni paventavano il rischio di un attentato. ll viaggio a Dallas, in effetti, era stato inteso da molti collaboratori del presidente come un rischio evitabile. Il senatore J. William Fulbright, esponente democratico, aveva cercato di far desistere Kennedy da quel viaggio, perché presagiva che Dallas poteva rivelarsi un luogo estremamente pericoloso…
Poco dopo mezzogiorno, il presidente e la moglie Jacqueline Bouvier salirono su una limousine Lincoln accomodandosi nella parte posteriore, mentre sui sedili centrali stavano il governatore John Connally e sua moglie. La limousine, che era guidata dall’agente Bill Greer, rallentò in prossimità della curva tra la Houston Street e la Elm Street. Allora il presidente iniziò a salutare la folla. Proprio in quel momento alcuni colpi di fucile furono esplosi in direzione della vettura. Uno di questi proiettili colpì JFK alla testa. Il presidente mostrava un’enorme ferita, e prestò si capì che si trattava di un colpo mortale. I testimoni riferirono di avere udito tre spari. Altri dissero che gli spari erano almeno quattro.
Alle 13:50 i poliziotti arrestarono un magazziniere: l’attivista castrista ed ex marine Lee Harvey Oswald. Lo trovarono in un cinema, poco distante da Dealey Plaza. Alle 19:00 Oswald fu accusato di aver ucciso un poliziotto di Dallas. Alle 23:30 fu anche riconosciuto come l’assassino del presidente.
Oswald venne a sua volta ucciso, soltanto due giorni dopo, cioè il 24 novembre. Quindi non ci fu il tempo di interrogarlo o di portarlo in tribunale. Il suo omicida fu Jack Ruby, il proprietario di un night club di Dallas noto alle autorità per i suoi legami con la mafia. Ruby dichiarò di averlo fatto per vendicare il presidente. Ma ancora oggi si sospetta un complotto, per non far parlare Oswald.
Quanti furono gli spari? Tre o quattro? Secondo gli inquirenti, Oswald avrebbe sparato tre colpi in un tempo record: in soli 6,75 secondi. Così almeno ha ricostruito la commissione Warren, incaricata di fare luce su quanto accadde a Dallas. Questi tempi risultano sospetti per molti commentatori, che immaginano il coinvolgimento di altri sicari. In realtà sappiamo che, da un certo punto di vista, era possibile che l’assassino potesse esplodere colpi così veloci e precisi: Oswald era stato un marine, un tiratore scelto…
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L’arma utilizzata da Oswald era il moschetto Carcano, un fucile a ripetizione progettato nel 1891 da Salvatore Carcano per l’esercito di Torino. L’esemplare di Oswald era stato fabbricato a Terni nel 1940. E quel fucile è un’arma molto veloce e preciso.
Un altro dubbio storico riguarda il video che registrò la morte del presidente. Nel 1963 era raro vedere in giro telecamere. Ma, guarda caso, Abraham Zapruder, il videoamatore che riprese l’omicidio con la sua telecamera amatoriale, era lì, pronto a immortalare il momento. Fu abile o solo fortunato? C’è chi sospetta che fosse stato informato. Ma da chi? Quel video, in ogni caso, fu acquistato dalla rivista Life per centocinquantamila dollari e venne trasmesso in tv solo dodici anni dopo…
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Nel corso degli anni i sostenitori delle teorie del complotto hanno svilupoato molte ricostruzioni alternative per spiegare il caso della morte del presidente Kennedy. L’idea di fondo è che JFK sarebbe stato ucciso per oscure motivazioni mai svelate dallo Stato americano.
C’è chi ha parlato di un coinvolgimento di J. Edgar Hoover, ovvero il capo dell’FBI, che di certo non aveva indagato adeguatamente sulla possibile cospirazione tesa all’uccisione del presidente. Poi si è tirato in ballo spesso Fidel Castro. Altri complottisti insistono su trame che coinvolgono il KGB, i grandi petrolieri, l’industria militare, la Mafia, la CIA, Allen Welsh Dulles, gli anticastristi e persino il sindacato dei trasportatori!
È difficile accettare che un presidente sia potuto finire per mano di un uomo solo e scollegato da una grande rete di interesse. Il mistero è ancora vivo, ma la storia ha accertato che il colpevole di quel crimine è stato proprio Oswald.
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