Scommetto che vi capiti spesso di grattarvi la fronte o la punta della testa in momenti di stress o di confusione. Succede a tutti. Ma perché l’essere umano risponde con questo gesto a una situazione di ansia o di dubbio? La risposta arriva dalla scienza… Spoiler: in generale, grattarsi il capo è naturale e anche conveniente!
Grattarsi la testa quando si è confusi: è normale…
Ansia, dubbi, stress e stanchezza comportano spesso confusione. E il nostro corpo risponde a questo stato mentale con gesti che definiremmo spontanei. Il più delle volte iniziamo a grattarci in testa. Lo fanno tutti gli esseri umani. Da sempre. E lo fanno anche molti primati. La scienza, finalmente, ci spiega perché lo facciamo e a che cosa ci serve.
Non è detto che c’entrino la forfora o i pidocchi! L’essere umano è solito grattarsi il capo anche in altre situazioni. Cominciamo a farlo quando siamo un po’ confusi, oppure nel momento in cui lo stress inizia a sopraffarci. Parte in automatico una bella grattatina anche quando veniamo assaliti da qualche dubbio. Joe Navarro, psicologo esperto di comunicazione non verbale, ci spiega che quando siamo sotto stress il nostro cervello ha bisogno di un contatto rassicurante. E di norma, questo contatto, si sviluppa, in solitaria. Siamo stressati, e allora ci accarezziamo il corpo.
Quando il problema riguarda la mente, è naturale che le nostre dita comincino a sfiorare la testa, dove si concentra il pensiero. In pratica, ci massaggiamo le tempie, ci sfreghiamo la fronte e iniziamo a grattarci la testa per calmarci. Il meccanismo è innescato dalla presenza di stimoli limbici negativi, come paura o nervosismo.
Una difesa naturale
C’è di più. Oltre al conforto, il grattarci può offrirci anche qualcos’altro. Secondo alcuni ricercatori, infatti, grattarsi la testa potrebbe anche rappresentare un efficace sistema di difesa. Proprio così. E ora vi spieghiamo il perché.
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Gli scienziati dell’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, hanno studiato il comportamento di quarantacinque macachi rhesus (Macaca mulatta) hanno notato come gli animali si grattassero di più in momenti di stress. In pratica, i macachi venivano messi davanti a scimmie di gerarchia più alta o a estranei minacciosi, e allora cominciavano a grattarsi la testa. E fin qui, niente di sconcertante.
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Ora arriva la parte interessante. I ricercatori hanno scoperto che le scimmie che si grattavano avevano meno probabilità di essere attaccate. Secondo lo studio pubblicato su Scientific Reports, infatti, un aggressore può rinunciare ad attaccare un individuo evidentemente stressato, ritenendolo imprevedibile. Notando il movimento convulso delle mani, l’aggressore percepisce istintivamente di avere a che fare con un avversario nervoso, preso dal panico e sul chi va là. Da ciò si produce un automatico cambio di strategia. Dunque, è ufficiale: grattarsi la testa ci difende.