Gli scienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno documentato regioni dell’Oceano Pacifico tropicale che sono private di ossigeno. Perché accade questo?
L’assenza di ossigeno
L’ossigeno nell’oceano è in declino, con livelli complessivi che sono diminuiti del 2% negli ultimi 70 anni, mentre le cosiddette zone morte (regioni dell’oceano completamente prive di ossigeno) sono quadruplicate di numero.
L’attività umana è la causa principale di questo impoverimento, nonostante sia normale che in alcune aree dell’oceano questo diminuisca man mano che la luce scompare. Oltre ai danni causati dall’uomo, ci sono altri aspetti che provocano questo problema:
- Riscaldamento degli oceani dato dai cambiamenti climatici.
- Inquinamento costiero.
- Aumento delle temperature nell’atmosfera.
- La perdita dell’oceano della capacità di trattenere molecole di gas, fatto che fa diminuire i livelli complessivi di ossigeno nell’oceano.
La mappa 3D
I ricercatori sono stati in grado di compilare una mappa 3D dei livelli di ossigeno nelle zone carenti dell’oceano Pacifico, al largo delle coste occidentali del continente americano. Negli ultimi 30 anni, sono state utilizzate 15 milioni di misurazioni tramite sensori elettrici a bordo di navi e robot autonomi.
Per ottenere risultati migliori, il team del MIT ha utilizzato i dati provenienti da sensori all’esterno delle bottiglie o da robot che navigano a varie profondità. Questi sensori misurano continuamente l’intensità della luce rilasciata da un colorante fotosensibile per calcolare i livelli di ossigeno disciolto. Effettuare misurazioni accurate, specialmente quando le concentrazioni sono vicine allo zero, è diventato particolarmente difficile.
Quando i sensori hanno mostrato un valore costante e basso in tutta una colonna verticale dell’oceano, i ricercatori hanno concluso che ciò significava che l’ossigeno si era azzerato, designando così una zona carente. Questo indipendentemente dai reali valori nell’acqua.
Potrebbe interessarti >>> NOAA | Riscaldamento globale: è stato l’anno più caldo
Oxygen-Deficient Zones (ODZ)
Le zone carenti di ossigeno sono grandi regioni persistenti dell’oceano che si verificano naturalmente, come conseguenza dei microbi marini che divorano il fitoplancton che affonda nei dintorni.
Queste zone si trovano in regioni che mancano di correnti oceaniche di passaggio, che normalmente rifornirebbero le regioni con acqua ossigenata. Di conseguenza, le ODZ sono posizioni di acque relativamente permanenti e impoverite di O e possono esistere a profondità medio-oceaniche comprese tra circa 35 e 1.000 metri.
Potrebbe interessarti >>> Recuperare calore dalla compressione d’aria: l’innovazione rivoluzionaria per le batterie CAES
Gli esperti affermano che i bordi delle OZ oggi possono essere definiti meglio rispetto al passato, perché si ha un’idea più chiara di come queste zone si confrontano in termini di estensione dell’area e profondità.