Chi sono davvero gli Anunnaki? E perché la loro storia continua a suggestionare migliaia di curiosi e a spronare sospetti di complotto? Nella mitologia sumera gli Anunnaki erano degli dèi minori. I “figli di An”, ovvero i “figli del primo dio”, oppure i “principi della Terra”. Ma secondo altri interpreti, il termine significherebbe “Coloro che dal cielo scesero sulla Terra”…
Come mai queste antiche divinità del pantheon mesopotamico, di norma associate alla sfera della Terra (in contrapposizione agli Igigi, divinità del cielo), sono state interpretate come figure extraterrestri? Per capirlo dobbiamo prima svelare qualcosa in più sulle caratteristiche mitologiche degli Anunnaki. Nei testi antichi, queste divinità costituivano il tribunale dell’arallū. Un’assemblea presieduta da An, dio del cielo. Tale assemblea si componeva dei sette supremi, di cui facevano parte i quattro principali dei creatori (An, Enlil, Enki, Ninhursag), con l’aggiunta di Inanna, Utu e Sin e di cinquanta dèi minori (tutti presi dal gruppo degli Igigi). Secondo alcune teorie, sarebbe però sbagliato distinguere gli Anunnaki dagli Igigi. Il secondo gruppo, infatti, sarebbe solo un sottoinsieme del primo.
Nel Vecchio Testamento, vengono spesso citati i Nefilim; e secondo alcuni storici della religione queste creature sarebbero appunto i già citati Igigi. Altri esegeti pensano invece che gli Anunnaki potrebbero coincidere con gli Elohim biblici (ovvero con le grandi divinità). Inoltre, queste divinità sumere avrebbero dei corrispettivi anche nella religione egizia (gli Henmemet e gli Shemsu-Hor) e in quella greca (i Titani).
La connessione di questi dèi con la teoria aliena nasce da un’esegesi non ortodossa di un traduttore dal sumerico chiamato Zecharia Sitchin.
Alla fine degli anni ’70, questo scrittore azero naturalizzato statunitense conquistò una certa fama con le sue teorie fondate sull’archeologia misteriosa (o meglio, sulla pseudoarcheologia). In pratica, Sitchin fu uno dei primi a sostenere che le piramidi erano state costruite dagli alieni. Egli era infatti un sostenitore della teoria degli antichi astronauti: spiegava l’origine dell’uomo con l’intervento degli Anunnaki, ovvero di alieni provenienti da Nibiru, un pianeta sconosciuto del nostro sistema solare.
Studiando la cosmologia sumera, Sitchin si era convinto che nel nostro sistema solare ci fosse un decimo pianeta, che seguendo un’orbita ellittica comparirebbe in cielo solo ogni 3600 anni: Nibiru. Il lemma Nibiru, nella mitologia babilonese, sarebbe associato al dio Marduk, già dal XVIII secolo a.C..
Insomma, secondo la ricostruzione dello studioso azero, il pianeta Nibiru avrebbe subito un impatto catastrofico con un altro pianeta, chiamato Tiamat. Da questo incidente sarebbe nata la Terra. Su Nibiru abitava una razza tecnologicamente avanzata, simile per aspetto a quella umana. Visto che il loro bel pianeta era stato distrutto, gli Anunnaki decisero di colonizzare la Terra. Quando? 450.000 anni fa, secondo lo studioso. Anche se questa prima “invasione” fu più che altro esplorativa: gli alieni si limitarono a cercare dell’oro, che era necessario per riparare l’atmosfera danneggiata di Niribu. Per ottenere una forza lavoro più affidabile durante gli scavi, questi extraterrestri si sarebbero incrociati con l’Homo erectus, dando vita all’Homo Sapiens.
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Gli Anunnaki cominciarono a farsi sentire, vedere e riconoscere dai Sapians molto più tardi. Intono diecimila anni fa, ovvero quando decisero di rivelare agli uomini alcuni segreti per farli progredire. Ed ecco che, all’improvviso, nacquero le grandi civiltà in Mesopotamia, in Egitto e in India. La teoria di Sitchin parte da una domanda: come hanno fatto gli uomini a passare dalla barbarie e dall’arretratezza tipica degli uomini primitivi alla costruzione delle piramidi? Qualcuno deve averli aiutati… Ma chi? Gli Anunnaki, ovviamente. Questi alieni, dunque, sarebbero i veri artefici del progresso umano. La loro era di dominio sulla Terra ebbe inizio quando si insediarono in Mesopotamia una casta di regnanti che avrebbero fatto da intermediari tra loro e gli schiavi.
E poi? Sitchin poi affermava che nel 2024 a.C. sarebbe scoppiata una guerra nucleare tra alcuni popoli extraterrestri. E le conseguenze di questo conflitto si sarebbero fatte sentire fino in Mesopotamia. Venne distrutta Ur. Ci furono grandi inondazioni (il diluvio universale) e altre tragedie epocali.
Intanto però i nostri Anunnaki avrebbero consegnato agli umani una saggezza immensa. Tutte le grandi opere dell’antichità sarebbero state costruite secondo dettato di questi extraterrestri: sorsero templi interpretabili come edifici astronomici, piramidi, stargate e porte dimensionali. E questo è quanto. Suona un po’ assurdo?
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Come concludere questo denso approfondimento della storia terrestre degli Anunnaki? Non avendo io a portata un pensiero abbastanza epico da spendere, mi limito a qualche dato numerico. Quante prove abbiamo trovato a sostegno di queste teorie: zero. Qual è il valore della coerenza scientifica e storica della narrazione: zero. Quanti veri e specializzati esegeti degli antichi documenti sumeri danno credito alla lettura di Sitchin: zero. Insomma, siamo di fronte a un’elaborata suggestione parascientifica che conquista molti cuori e confonde molte menti. Tutto qua.
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